Come riportato dall’Ansa, Ugl-taxi, Federtaxi-Cisal, Usb-taxi, Uritaxi, Ati-taxi, Unimpresa, Fast Confsal-taxi, Tam, Claai, Satam, Or.s.a.-taxi, Uti e Atlt, in una nota, hanno commentato l’indiscrezione che vedrebbe un incontro tra il premier italiano Mario Draghi e il Ceo Mondiale di Uber, insieme al relativo staff.
“Riteniamo gravissima, se confermata, l’indiscrezione relativa ad un possibile incontro tra l’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Ceo Mondiale di Uber ed il suo staff, avvenuto poche ore prima della presentazione alla stampa dell’accordo tra ItTaxi e la nota multinazionale californiana”.
“Ad oggi, a sedici mesi dall’insediamento del Governo Draghi nessuno a livello istituzionale ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori del mondo taxi, nonostante numerose e reiterate richieste di confronto e due inevitabili fermi nazionali di categoria, per chiedere la conclusione dell’iter normativo di riforma del comparto già avviato nel 2019, ed in particolare la regolamentazione dell’attività delle piattaforme di intermediazione digitale.
Nella Costituzione repubblicana troviamo i sindacati ma non le multinazionali straniere: che il rappresentante di una di esse che non paga un centesimo di tasse in Italia e spesso ha violato le norme dei Paesi in cui agisce, riportando anche numerose condanne, possa essere ricevuto presso la Presidenza del Consiglio, tra l’altro nel pieno di una pretesa quanto ingiustificata riforma del settore, mentre i rappresentanti dei lavoratori sono snobbati, se confermato, sarebbe gravissimo“.
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