Al Teatro Eliseo di Roma va in scena “Qualcuno volò sul nido del cuculo”

La speranza di essere compresi, la speranza di essere liberi

Al Teatro Eliseo di Roma dal 10 al 29 gennaio 2017 va in scena “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Dale Wasserman, dal romanzo di Ken Kesey, traduzione Giovanni Lombardo Radice, adattamento Maurizio de Giovanni, Scene Gianluca Amodio, Costumi Chiara Aversano, Disegno luci Marco Palmieri, Musiche Pivio e Aldo De Scalzi, Videografie Marco Schiavoni, uno spettacolo di Alessandro Gassmann, Produzione Fondazione Teatro di Napoli.

La speranza di essere compresi, la speranza di essere liberi

“Qualcuno volò sul nido del cuculo” è il romanzo che Ken Kesey pubblicò nel 1962 dopo aver lavorato come volontario in un ospedale psichiatrico californiano. Racconta, attraverso gli occhi di Randle McMurphy, uno sfacciato delinquente che si finge matto per sfuggire alla galera, la vita dei pazienti di manicomio statunitense e il trattamento coercitivo che viene loro riservato.

Nel 1971 Dale Wasserman ne realizzò, per Broadway, un adattamento scenico, che costituì la base della sceneggiatura dell’omonimo film di Miloš Forman, interpretato da Jack Nicholson e entrato di diritto nella storia del cinema.

Oggi, la drammaturgia di Wasserman torna in scena, rielaborata dallo scrittore Maurizio de Giovanni che, senza tradirne la forza e la sostanza visionaria, l’ha avvicinata a noi, cronologicamente e geograficamente, trasferendo la storia nel 1982 nell’Ospedale psichiatrico di Aversa.

Il risultato è uno spettacolo appassionato, commovente e divertente, imperdibile per la sua estetica dirompente e per la sua forte carica emotiva e sociale.   

Durata: 2 h e 45 min. con intervallo

Personaggi e interpreti:

Dario Danise Daniele Russo

Suor Lucia Elisabetta Valgoi

Muzio Di Marco Mauro Marino

Adriano Bernardi Giacomo Rosselli

Giacomo Buganè Emanuele Maria Basso

Manfredi Delle Donne Alfredo Angelici

Fulvio Calabrese Daniele Marino

Ramon Machado Gilberto Gliozzi

Dr. Graziano Festa Davide Dolores

Assistente Lorusso Antimo Casertano

Assistente Esposito Gabriele Granito

Infermiera Spina, Titty Love Giulia Merelli

Note di regia: La malattia, la diversità, la coercizione, la privazione della libertà sono temi che da sempre mi coinvolgono e che amo portare in scena con i miei spettacoli. Temi tutti straordinariamente presenti nello spettacolo che mi accingo a mettere in scena, “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Dale Wasserman, tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kesey, la cui versione cinematografica diretta da Miloš Forman è entrata di diritto nella storia del cinema.

Con Maurizio de Giovanni, che ha curato l’adattamento del testo, abbiamo deciso di ambientare la vicenda in una clinica psichiatrica italiana nel 1982. Tutto ha inizio con l’arrivo di un nuovo paziente che deve essere “studiato” per determinare se la sua malattia mentale sia reale o simulata.

La sua spavalderia, la sua irriverenza e il suo spirito di ribellione verso le regole che disciplinano rigidamente la vita dei degenti, porterà scompiglio e disordine ma allo stesso tempo la sua travolgente carica di umanità contagerà gli altri pazienti e cercherà di risvegliare in loro il diritto di esprimere liberamente le loro emozioni e i loro desideri.

Dario (il mio McMurphy) è un ribelle anticonformista che comprende subito la condizione alla quale sono sottoposti i suoi compagni di ospedale, creature vulnerabili, passive e inerti. Da quel momento si renderà paladino di una battaglia nei confronti di un sistema repressivo, ingiusto, dannoso e crudele, affrontando così anche un suo percorso interiore che si concluderà tragicamente ma riscatterà una vita fino ad allora sregolata e inconcludente. E, attraverso di lui, i pazienti riusciranno ad individuare qualcosa che continua ad esser loro negato: la speranza di essere compresi, di poter assumere il controllo della propria vita, la speranza di essere liberi.

Un testo che è una lezione d’impegno civile, uno spietato atto di accusa contro i metodi di costrizione e imposizione adottati all’interno dei manicomi ma anche, e soprattutto, una straordinaria metafora sul rapporto tra individuo e Potere costituito, sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell’uomo da parte di altri uomini. Un grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere.

Come sempre lavorerò sui complessi rapporti psicologici tra i vari personaggi, immergendoli in uno spazio scenico realistico e asettico. In questo caso, le videografie, che spesso utilizzo nei miei spettacoli, mi permetteranno di tradurre in immagini i sogni e le allucinazioni dei cosiddetti “diversi”. L’obiettivo che mi pongo è, come sempre, quello di riuscire a far emozionare un pubblico di ogni età, soprattutto i più giovani che forse non conoscono quest’opera che è un vero e proprio inno alla libertà. Alessandro Gassmann

Teatro Eliseo via Nazionale, 183 Roma

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