Tra qualche settimana l’elezione dei presidenti di numerose province

Con il nuovo ordinamento degli enti locali a votare non saranno i cittadini

Le province, solo apparentemente morte e sepolte, continuano a vivere e sembrano godere di nuova linfa vitale; il 31 ottobre, infatti, si voterà in numerose province per l'elezione dei loro presidenti ma a votare non saranno più i cittadini come già avvenuto precedentemente in altre province e, mentre il referendum del 4 dicembre 2016 avrebbe dovuto spazzarle via, continuano a vivere grazie alla legge Delrio tenuta in piedi dal decreto milleproroghe per come l'autorevole quotidiano Il Sole 24 Ore ha ribadito.

Pace per tutti, quindi, e uno dei tanti carrozzoni politici del passato continua ad alimentare spese ingenti con un ritorno, in termini di servizi ed efficienza, pressoché minimo; tanto più che gran parte delle competenze delle province sono passate alle regioni e quelle rimaste restano in una sorta di limbo con un continuo ping pong tra vari enti.

Eppure non si comprende come tutto ciò possa accadere visto che tutti gli ultimi governi hanno fatto dell'abolizione delle province uno dei principali cavalli da battaglia tra proclami sull'avvenuta abolizione delle stesse e sbandierate riguardo al taglio di inutili sprechi. 

Peccato che la riforma costituzionale che le avrebbe dovute cancellare in modo veramente definitivo si è arenata in seguito al referendum mentre la palla passa all'attuale governo che, tra l'altro, è chiamato ad esaminare la richiesta dell'Upi di ripristinare 280 milioni di finanziamenti tagliati negli anni scorsi; insomma il gioco delle tre carte applicato alla politica amministrativa e alle sue riforme ritorna in voga e all'orizzonte si intravedono nuovi sperperi.

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