Tredicine: “I turisti attratti dagli ambulanti”

Così Alfiero Tredicine, presidente Apre Confesercenti, polemico in un’intervista a Radio Radio

“Nessuno sta discriminando questo tipo di attività, né si vuole discutere il fatto che gli ambulanti possano esercitare su strada il loro lavoro, ma bisogna cercare delle posizioni tali da non compromettere in alcun modo l’archeologia paesaggistica che, a maggior ragione in una città come Roma, è patrimonio unico”. Così Mario Tozzi, a Un Giorno Speciale, la trasmissione di Radio Radio condotta da Francesco Vergovich, rispondendo ad Alfiero Tredicine, presidente Apre Confesercenti, la categoria dei commercianti ambulanti.

Tredicine è intervenuto in trasmissione per parlare del commercio sulle aree pubbliche nel centro storico e in altre zone individuate per legge.
“Per quanto riguarda questo tipo di commercio, bisogna sempre ricordarsi che parliamo di una categoria, singoli operatori. Lasciamo perdere le famiglie, che sono casi rari; c’è anche la famiglia Tredicine, ma perlopiù si tratta di singoli operatori”.

In questo modo, Tredicine ha tentato di difendersi da quella che, ai suoi occhi, sembra un’accusa piena di pregiudizi e senza fondamenti, nei confronti dei cosiddetti venditori ambulanti.

“Con il decreto Galasso del 1986 a noi venditori sono state imposte nuove regole. Per esempio, le dimensioni e le caratteristiche dei mezzi di chi vende bibite e sorbetti nel centro storico, sono definite nel decreto. Oppure, chi vende souvenir deve possedere un banchetto di 2 mq. I giornali fanno sempre vedere foto di camioncini vecchi di trent’anni, ma oggi i nostri mezzi sono molto più belli. Sono un biglietto da visita per questa città, e i turisti fotografano più quelli del Colosseo. E invece vogliono levarci per fare spazio alle multinazionali”.

Appunto, proprio un bel biglietto da visita.

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