Avevano orchestrato una truffa per ben due milioni di euro, sfruttando la complicità di un ex impiegato di Equitalia. A due fratelli commercialisti di Terracina è giunta una notifica di conclusione delle indagini, durate per oltre due anni, nel corso dei quali la Guardia di Finanza e la magistratura hanno fatto luce su vari casi di contribuenti che si sono visti iscrivere da Equitalia un’ipoteca sui propri beni per il mancato versamento di imposte e contributi. Sarebbero circa 50, tra persone, ditte e srl i clienti raggirate.
In questo modo sarebbero stati sottratti all'Erario circa 2 milioni di euro tra il 2010 fino a quest'anno. Il meccanismo della truffa era il seguente: l'Iva e i contributi Inps non venivano versati nelle casse dello Stato ma finivano invece nei conti correnti dei commercialisti, i quali riferivano ai clienti che si erano verificati degli errori da parte degli uffici pubblici.
Al fine della riuscita della frode, decisivo è stato il ruolo di un impiegato di Equitalia, complice dei due fratelli. L'uomo, in pensione dal 2008, avendo nella sua disponibilità la cartella esattoriale da notificare al contribuente per il pignoramento dei beni, la consegnava allo studio professionale dei commercialisti di Terracina, in modo che i clienti fossero ignari del raggiro messo in atto.
Questo caso, peraltro, era approdato anche in televisione, quando lo scorso anno alcune famiglie di artigiani, denunciarono alla trasmissione "Le Iene" di essere finite sul lastrico per la condotta dei due fratelli, da essi giudicata illecita. Stando all'esito delle indagini che si sono chiuse, la loro denuncia si è rivelata fondata. Ora i commercialisti dovranno difendersi dall'accusa di associazione a delinquere, falso, truffa, ricettazione e appropriazione indebita.
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