Ultras Lazio che pestarono operatori Rai: applicato il “Daspo Willy”

Nei confronti degli arrestati è stata applicata per la prima volta a Roma la nuova norma varata dopo l’uccisione di Willy Monteiro Duarte

Daspo Willy

Willy Monteiro Duarte

Dopo le perquisizioni e gli arresti domiciliari di ieri da parte della Digos capitolina, gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma, diretta da Angela Altamura, hanno notificato oggi i cosiddetti “Daspo Willy” ai due ultras della Lazio che si sono resi protagonisti dell’aggressione alla troupe della Rai.

Gli operatori lo scorso 20 dicembre stava realizzando alcuni servizi connessi all’emergenza pandemica per conto della trasmissione ‘Storie italiane’.

“Daspo Willy” applicato per la prima volta nella provincia di Roma


Nei confronti degli arrestati, il Questore Carmine Esposito, ha applicato per la prima volta nella provincia di Roma, la nuova norma varata dopo l’uccisione di Willy Monteiro Duarte.

Con questo provvedimento gli viene vietato per due anni di frequentare locali pubblici quali pub, bar e ristoranti della zona della movida di Ponte Milvio, storico luogo di ritrovo dei tifosi laziali.

I due operatori televisivi aggrediti stavano documentando la numerosa presenza di giovani che si intrattenevano privi di mascherine nei pressi di alcuni bar di Ponte Milvio.

Infastiditi dalle riprese, il gruppo di giovani, tra cui i due arrestati, aggrediva ripetutamente con inaudita violenza i due giornalisti che venivano inseguiti e nuovamente colpiti anche dopo essere riusciti a portarsi nei pressi del loro scooter.

A cosa mira il provvedimento aggiuntivo


Il provvedimento adottato, spiega la Questura di Roma, mira a tener lontano da bar e locali pubblici persone socialmente pericolose. Persone che hanno preso parte a disordini all’interno o nelle immediate vicinanze di locali. Oppure che hanno commesso nei medesimi luoghi reati contro la persona o il patrimonio.


Nel caso di violazione del provvedimento adottato nei loro confronti, i due rischierebbero da 6 mesi a 2 anni di carcere ed una multa che va da 8.000 a 20.000 euro.

Lascia un commento