Un conducente Atac si sfoga su Facebook:”Due paroline ai pennivendoli”

Il conducente: “Vorrei dirvi che la responsabilità che abbiamo sulle spalle non è quella che avete voi che al massimo è un Refuso”

L’Autista di mezzi pubblici urbani trascorre gran parte della giornata lavorativa nel traffico cittadino. Gli piace guidare, conosce e rispetta le norme di sicurezza stradale. Quando è al volante, tiene alta la concentrazione e pronti i riflessi per reagire alla presenza di ostacoli o per rispondere rapidamente a un segnale, visivo o acustico. È una persona metodica. A bordo dell’autobus urbano, il conducente esegue le proprie mansioni da solo.

Di natura, quindi, è un individuo indipendente, responsabile e dotato di spirito di iniziativa. Ha autocontrollo ed è capace di mantenere compostezza, governare le emozioni ed evitare comportamenti aggressivi in situazioni di difficoltà. Ogni giorno lavora a diretto contatto con il pubblico, si confronta con i viaggiatori, spesso arrabbiati o aggressivi che mettono a dura prova la sua pazienza. Tuttavia, è abile nel comprendere le reazioni e capace nella comunicazione faccia a faccia. È di carattere estroverso e loquace, sa negoziare e trattare con gli altri per ricomporre le diverse opinioni.

Guidare autobus di linea comporta uno sforzo fisico considerevole. L’autista, infatti, trascorre molto tempo seduto e compie movimenti ripetitivi. Con prontezza attiva le leve e i pulsanti, usa i pedali e manovra lo sterzo: gli è richiesta fermezza nelle braccia, destrezza nelle mani e velocità nei polsi e nelle dita. La fatica fisica, inoltre, varia a seconda della portata del mezzo guidato che può essere un minibus, un autobus articolato per il trasporto di un numero maggiore di persone oppure un autobus a pianale rialzato per l’accesso a persone con problemi motori.

Un conducente Atac si sfoga così sul social network Facebook: “Vorrei dire solo due paroline ai pennivendoli che ogni giorno si divertono a gettare fango sulla nostra categoria… La mia sveglia ha suonato alle 2.55. Mentre voi state sognando le cazzate da scrivere oggi, io alle 4.59 ho già fatto una corsa. Sono alla guida di un mezzo lungo 18 metri. Ogni giorno evito incidenti con persone distratte, incivili. Passo il turno a dare informazioni perché siete drogati di tecnologia ma quando salite su un mezzo pubblico diventate tutti analfabeti funzionali da dover accompagnare.

Lavoro una media di 6 ore e 20 al giorno. A volte 6.30. Faccio lo slalom tra le vostre macchine del cazzo parcheggiate in doppia fila mentre prendete il caffè al bar. Porto i vostri figli a scuola. Le vostre mogli a fare la spesa al mercato. Porto i vostri culi al centro il giorno di Natale. La domenica sono qui sopra mentre le vostre penne sono a riposo nei taschini e vi godete le famiglie seduti al ristorante.

Saprò cosa faccio domani solo oggi dopo le 13 e se i miei figli vorranno uscire a prendere un gelato con il fresco dovrò dirgli di no perché dovrò alzarmi a notte fonda e la mia soglia di attenzione deve essere sempre al top perché qui sopra non ci si possono permettere distrazioni. Vorrei dire solo che al capolinea dovrò scegliere se fumare una sigaretta, prendere un caffè o andare alla ricerca di un bagno decente. Vorrei dirvi che la responsabilità che abbiamo sulle spalle non è quella che avete voi che al massimo è un Refuso. Qui un attimo di distrazione può costare vite.

Vorrei dire che quando io finisco il turno alle 10.30 voi sarete appena arrivati nel vostro bell’ufficio con il telecomando del condizionatore sulla scrivania e il distributore delle merendine davanti alla porta. Vorrei dire solo che muoviamo Roma in condizioni ormai disumane e mentre voi state lì a sparare sentenze e cazzate noi indossiamo con orgoglio una divisa che ci permette di vivere dignitosamente. Vorrei dire solo fatevi un giro…L’ ATAC SEMO NOI! “.

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