#unitiperladanza. Il Coronavirus non ferma i ballerini italiani

Una coreografia “virtuale” che ha unito gli insegnanti di alcune scuole di danza italiane: tra loro anche Carlotta Bilato di 100% danza

L’emergenza coronavirus e lo stop di tutte le attività sta mettendo in ginocchio parecchi settori. Dalla ristorazione ai viaggi, dal mondo del beauty alle fabbriche, un altro dei settori che risente, e probabilmente risentirà anche in futuro della crisi, è quello della Danza. Ma finché avremo le connessioni internet ci sarà anche la possibilità di sentirsi meno soli e di continuare, per quanto possibile, a lavorare tutti insieme. In quest’ottica nasce il progetto #unitiperladanza, che vuole lanciare agli allievi e alle loro famiglie un messaggio di speranza: “noi siamo qua, e la passione per questo lavoro c’è ed è ancora più forte di prima”.

Hanno partecipato al progetto 32 insegnanti di varie scuole di danza italiane, ognuno con il proprio stile inconfondibile, protagonisti di un’unica coreografia virtualmente danzata nello stesso momento in più parti d’Italia. E a rappresentare il Lazio c’è anche la nostra Carlotta Bilato, direttore artistico della scuola di Artena 100% danza. Un momento importante che ha permesso di condividere una passione comune con la vita quotidiana a cui tutti noi siamo costretti.
“In questi giorni ci siamo sentiti più vicini, ci siamo confrontati sulla musica, sulla coreografia, siamo entrati nelle case degli altri virtualmente, commentato i salotti, abbiamo riso, condiviso pensieri, notizie e momenti di sconforto per poi concludere che la salute è quello che conta. La danza, una CATENA UMANA DANZANTE ci ha fatto sentire meno soli e più vicini in questo pazzesco momento di quarantena. Ci siamo toccati virtualmente ma sono arrivate forti emozioni e non è poco. Durante il montaggio mi sono commossa nel vedervi, mi arrivava la vostra energia. Queste le parole di Carlotta Silvagni, ideatrice del progetto #unitiperladanza, che lancia anche un altro potente messaggio di speranza: bisogna continuare a lottare e a collaborare, perché l’unione fa la forza .

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* Foto di repertorio

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