Valmontone ha celebrato il 150° della nascita di Ballarati

Una proposta per il Lazio alla commemorazione in onore del padre delle lotte contadine

"Con commozione abbiamo ricordato la figura di Giuseppe Ballarati, il nostro concittadino che ha speso la propria vita a lottare per i diritti dei contadini, e non solo, che deve diventare un punto di riferimento per tutti i valmontonesi, in primo luogo per noi amministratori che, come lui, abbiamo l'onere e l'onore di rappresentare la collettività. Dobbiamo farlo con serietà, con sacrificio, con trasparenza e con la consapevolezza che, come è stato per Ballarati, la priorità per chi guida la cosa pubblica è poter sempre guardare in faccia un concittadino con la serenità e la forza che solo la certezza di aver agito a tutela dei diritti della collettività Può dare. Viva Ballarati”.

Lo ha affermato Eleonora Mattia, vice sindaco e assessore alla cultura di Valmontone, nel corso della cerimonia con cui l’Amministrazione comunale ha celebrato il 150mo anniversario della nascita di Giuseppe Ballarati, figura importante per la storia  della città e di tutta la Regione per le sue lotte in difesa dei diritti dei contadini agli inizi del Novecento.

“Egli – sottolinea la Mattia – trattò, con coraggio, i problemi del mondo agricolo, ampliando anno dopo anno il proprio campo di azione e conducendo battaglie importanti anche a favore dell’istruzione, spingendo i capifamiglia a mandare i figli a scuola perché, come sosteneva il papà Achille Ballarati ‘più della povertà è l’ignoranza il peggiore male del popolo’. Giuseppe Ballarati lottò anche per i diritti delle donne, e degli emigranti e, proprio a Valmontone, organizzò la prima forma di referendum popolare nella storia d'Italia, chiamando circa 1.000 utenti delle terre ad esprimersi sulla transazione con Casa Doria. Un uomo simbolo, per la nostra città, che merita tutto il nostro rispetto e la nostra attenzione e che vogliamo valorizzare nel modo migliore”.

Una figura, quella di Ballarati, che la professoressa Tina Miele ha ritratto in ogni aspetto, umano e politico, dando ai tanti presenti il giusto spessore del personaggio. Anche presidente dell’Associazione regionale delle Università agrarie, Marcello Marian, ha speso parole di elogio per Ballarati, riconosciuto come padre dei diritti dei contadini in ogni angolo d’Italia. Ed è per questo che Marian, tra l’altro, ha proposto di istituire a Valmontone la sezione regionale del Centro studi demani civici e proprietà collettive che, con sede a Trento, nel Lazio manca ancora di un distaccamento.

“L’occasione – ha aggiunto l’assessore alle politiche agricole di Valmontone, Veronica Bernabei – ci ha offerto lo stimolo per riflettere e, di conseguenza, agire sul settore in una città che dispone di circa 500 ettari di uso civico. Il nuovo incarico al perito demaniale affida compiti ben precisi: fare la ricognizione delle servitù civiche per modificare il regolamento, inserendo criteri specifici per favorire le aziende agricole e, soprattutto, le cooperative agricole giovanili. L’obiettivo è riassegnare i terreni tramite un bando pubblico, aperto a tutta la cittadinanza, per ristabilire la totale trasparenza anche in questo campo, dove non si intende più transigere più su certe pratiche di subaffitto che vedono terreni presi in carico ad una cifra e riaffittati a terzi a cifre due o tre volte superiori”.

All’evento hanno preso parte diversi esponenti della famiglia Ballarati, tra cui la nipote Benedetta che ha scoperto la targa realizzata in piazza Ballarati, con un passo del suo testamento, mentre la banda Otello Francesconi suonava l’inno nazionale.  

IL PERSONAGGIO

Giuseppe Ballarati (8 aprile 1864 – 18 gennaio 1919) è stato uno dei più illustri personaggi a cui la città ha dato i natali. Sulle orme del padre Achille, ex ufficiale garibaldino e primo Sindaco di Valmontone dopo la presa di Roma, si dedicò tutta la vita all’emancipazione delle classi meno abbienti, prima in qualità di assessore comunale, poi in qualità di fondatore di uno dei primi giornali che in Italia si occupava della condizione dei contadini. Il primo numero della rivista, intitolata La difesa del contadino, uscì il 1febbraio 1906. Finalità del giornale era occuparsi dei contadini in quanto classe sociale più disagiata e più debole, attraverso la creazione di un fronte comune compatto che superasse le diversità ideologiche e che si impegnasse nella rivendicazione dei diritti dei contadini e nella difesa dallo sfruttamento. Il giornale fu quindi il primo nel Paese a trattare i problemi del mondo agricolo, ampliando nel corso degli anni il proprio campo di azione. Una delle battaglie più importanti condotte dalla rivista fu quella a favore dell’istruzione e fu portata avanti con grande incisività sui capofamiglia affinché consentissero ai propri figli di andare a scuola perché, come sosteneva Achille Ballarati, “più della povertà è l’ignoranza il peggiore male del popolo”.
Con il passare del tempo La difesa divenne la voce con cui gli emigranti potevano ricevere e fornire notizie, fare propaganda per un’agricoltura più moderna attraverso i nuovi ritrovati per la concimazione, la semina, la coltura e l’allevamento. Il 24 giugno 1906, nella Chiesa del Gonfalone di Valmontone, si svolse una riunione che viene considerata come la prima forma di referendum popolare nella storia d’Italia. Si trattò di un incontro pubblico cui vennero chiamati ad esprimersi i circa mille utenti delle terre riguardo all’approvazione della transazione con Casa Doria.
Nel 1923, a quattro anni di distanza dalla morte del suo fondatore, La difesa del contadino fu costretta alla chiusura in conseguenza dell’applicazione delle leggi fasciste sulla libertà di stampa.
Tutt’oggi La difesa del contadino appare come l’eredità socio-culturale più preziosa lasciata da Giuseppe Ballarati alla propria città natale. E’ per questo che, a centocinquanta anni dalla sua nascita, l’Amministrazione Comunale ha voluto ricordare questa figura storica così importante con una cerimonia che ha coinvolto l’intera collettività.

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