Valmontone, “quando a piangere non è il telefono…ma il Comune”

SiAmo Valmontone: “la dimostrazione di come la gran parte dei problemi finanziari dell’Ente derivano da scelte sbagliate compiute dal Sindaco stesso e dalla sua maggioranza”

“Non ci sono i soldi, la situazione finanziaria del Comune è drammatica” quante volte abbiamo sentito il Sindaco Alberto Latini fare queste affermazioni per giustificare ogni disservizio o inefficienza nella Città? Tantissime, e quasi sempre poi puntare il dito addebitando ad altri la responsabilità di tale condizione: “E’ colpa dei debiti lasciati dalle precedenti amministrazioni” o peggio: “E’ colpa dei cittadini che non pagano le tasse”. 

Ebbene, quello che vi andremo a documentare è emblematico, e dimostra invece come la gran parte dei problemi finanziari dell’Ente derivano da scelte sbagliate compiute dal Sindaco stesso e dalla sua maggioranza. 

La vicenda inizia nel 2013 quando, l’amministrazione Latini, concesse in locazione due terreni alla società Wind Telecomunicazione S.p.A., uno sito in località “Colle S. Angelo” e l’altro in località “Colle della Strada” (adiacente Colle Morello), per autorizzare l’installazione di due antenne per la telefonia mobile. Il contratto prevedeva una durata di 9 anni, a fronte di un canone annuo complessivo di Euro 21.000,00. Dunque, al termine dei 9 anni (scadenza 2022), l’entrata totale per il Comune sarebbe stata di Euro 189.000,00. 

Nel febbraio del 2015 la Soc. Wind Telecomunicazione S.p.A. costituiva la Soc. Galata S.p.A., conferendo alla stessa una serie di asset, dei quali fanno parte anche i contratti stipulati con il Comune di Valmontone. Solo dopo pochi mesi dalla sua nascita, la Soc. Galata S.p.A. propone all’amministrazione comunale la rinegoziazione del canone di locazione dei siti dove sono ubicate le antenne telefoniche, presentando una proposta che prevede la sottoscrizione di un nuovo contratto – sempre per la durata di 9 anni – ad un canone annuo complessivo di Euro 10.000,00. Con una riduzione quindi, rispetto al primo contratto, di 11.000,00 euro all’anno (- 52,38%). La Giunta Comunale accetta la richiesta della Società Galata S.p.A. e autorizza, con delibere n. 42 e n. 43 del 21/03/2016, la sottoscrizione di un nuovo contratto alle condizioni proposte. A fronte di ciò l’entrata per il Comune passa da 189.000,00 a 90.000,00 euro. 

Ma la storia non finisce qui: il 7 dicembre 2018 arriva all’amministrazione comunale, sempre da parte della Soc. Galata S.p.A., un’altra richiesta di rinegoziazione dei contratti di locazione delle aree in questione. Stavolta la proposta è la seguente: stipula di un nuovo contratto, con scadenza trentennale (dicasi 30 anni?!), ad un canone di locazione – per tutte e due le aree – di Euro 2.666,67 all’anno (-73,33% rispetto all’ultimo contratto). A distanza di soli quattro giorni dalla richiesta, con delibera n. 278 del 11 dicembre 2018, la Giunta comunale accetta la rinegoziazione dei contratti secondo quanto proposto dalla Soc. Galata S.p.A. 

E’ evidente che, con queste scellerate decisioni, l’amministrazione comunale ha assecondato tutte le richieste avanzate da una compagnia telefonica, che beninteso fa il suo mestiere nel cercare di ottimizzare i costi e incrementare i ricavi, ma a scapito di tutti i cittadini valmontonesi; che da tutto ciò ci rimettono sia in termini economici, per i minori introiti percepiti nelle casse del Comune, che ambientali, visto che fino al 2049 dovremo sopportare sul nostro territorio impianti di cui si conoscono bene gli effetti negativi prodotti sulla salute dalle radiazioni emesse. 

Ora, come gruppo di opposizione, ma ancor prima come cittadini, vogliamo rivolgere al Sindaco e alla Giunta alcune domande: Per quale motivo si è accettato di rinegoziare, per ben due volte in meno di tre anni e a condizioni sempre più sfavorevoli, un contratto iniziale che tutelava l’Ente fino al 2022? Come è stato possibile, per di più in mancanza di perizie di congruità a supporto, ridurre il canone di locazione passando dagli iniziali 21.000,00 euro all’anno per arrivare agli attuali 2,666,00 euro, e oltretutto prolungando ad un periodo di 30 anni la durata del contratto? Se la motivazione posta alla base delle richieste di rinegoziazione dei canoni è la crisi economica del settore (che sappiamo invece essere sempre in attivo), non è alquanto strano che la Soc. Galata S.p.A. si è resa disponibile a liquidare anticipatamente l’intero importo dovuto, pari ad Euro 80.000,00, alla sottoscrizione del nuovo contratto?

Ma soprattutto, chi paga il danno erariale arrecato all’Ente, visto che per via di queste scelte il Comune ha potenzialmente perso oltre 550.000,00 euro, considerando la differenza (prezzo/durata) tra il primo contratto e l’ultimo?  Nell’ipotesi che i terreni in questione fossero stati di vostra proprietà personale, vi sareste comportati allo stesso modo?  E ultimo, ma non per importanza, è giusto che i cittadini valmontonesi – a fronte di un canone irrisorio di 111,00 euro al mese ad antenna (meno cioè di quanto paga mensilmente un assegnatario di casa popolare) – debbano subire fino al 2049 gli effetti negativi provocati dalle onde elettromagnetiche di queste antenne telefoniche? 

Nell’attesa di ricevere le risposte alle nostre domande, che siamo sicuri non arriveranno mai, ci attiveremo in ogni modo per appurare se il comportamento della Giunta comunale sia stato lecito o meno.

Riceviamo e Pubblichiamo dal Gruppo consiliare SiAmo Valmontone.

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