Viaggio nell’ideologia gender: il lavaggio del cervello dei bimbi

Partendo dalla “riprogrammazione” della famiglia le teorie gender mirano all’indottrinamento dei bambini e alla sperimentazione su di essi dei loro principi

È in questo contesto che entra in gioco l’omosessualismo, ossia l’ideologia omosessualista che afferma che maschio e femmina sarebbero solo fatti fisici senza nessuna influenza sulla psiche delle persone e quindi l’indifferenza dei ruoli e delle funzioni genitoriali; l’omosessualismo assume il compito di minare l'idea stessa della famiglia intesa come una entità naturale ma anche egemonica che bisogna distruggere senza dare nell’occhio; la soluzione è quella di svuotarla del suo significato, della sua entità, lasciando un involucro vuoto che appare all’esterno ma al cui interno viene ristrutturato ad hoc.

Tutti questi fenomeni, da intendersi come corollari di un unico teorema, generano un grave smarrimento antropologico all’interno del quale trovano spazio i movimenti omosessuali che propongono e impongono una immagine asessuata dell’uomo che mira ad azzerare la differenza sessuale soprattutto normativamente e giuridicamente azzerata sancendo l’affermazione definitiva dell’ideologia gender. In Germania, d’altra parte, è già stata introdotta una terza casella per registrare anagraficamente i bambini; accanto al genere maschio e femmina compare anche quello neutro.

Questa è la prova di come i sistemi giuridici si siano arresi davanti al dilagare della teoria gender che, nel suo affermarsi e radicarsi, propone le eterogenee varianti della sua espressione come il matrimonio omosessuale e la omoparentalità, ossia la condizione di genitore in una coppia di persone dello stesso sesso, e che in Italia preme insistentemente tanto da esprimersi ulteriormente nel continuo tentativo di sostituire i termini madre e padre con genitore 1 e genitore 2 grazie anche ad una affermazione mediatica; lo si constata, infatti, a tutti i livelli: nella pubblicità, al cinema, nei giornali e conseguentemente nell’atteggiamento quotidiano dei giovani.

L’opposizione a queste teorie, oltre che ai tentativi di renderle concrete e giuridicamente sancite, è stata variamente definita tentando, di volta in volta, di sminuirne lo spessore e l’importanza; addirittura è stata definita come il frutto di una vera e propria paura, come affermato dalla sociologa Chiara Saraceno secondo la quale questa opposizione nasconde il timore che l'eterosessualità non sia così sicura e garantita. Secondo la Saraceno “temere che le persone omosessuali possono esprimere il proprio orientamento sessuale liberamente, facendo anche famiglia in modo legittimo come per gli eterosessuali, e considerarlo come un disordine pericoloso significa temere che diano cattivo esempio e che l'eterosessualità sia molto meno forte di quanto non vorrebbero farci credere”.

Delle affermazioni, queste ultime, che tentano di invertire il senso naturale delle cose prospettando ciò che è normale come qualcosa di anomalo e viceversa; ruoli, atteggiamenti e inclinazioni tipicamente maschili e femminili vanno bollate come stereotipi e come tali sono da eliminare; la stessa idea di famiglia non si fonda sull'unione tra un uomo e una donna bensì su ogni tipo di convivenza mentre a livello di sessualità bisogna ritenere le diversità come una normale variante e devono essere promosse perché da considerarsi come un valore aggiunto per la società.

Tutto ciò è quanto deve essere instillato ai bambini ai quali viene propinato il principio secondo cui ciascuno di essi deve essere libero di scegliere il proprio genere e identità a prescindere dal suo sesso biologico. Nell’ambito di un simile obiettivo appare chiaro che il bambino deve essere allontanato il più possibile dalla famiglia nella quale, altrimenti, assorbe e sperimenta principi che risultano essere in contrasto con gli obiettivi di quella neoeducazione pseudo scolastica che dovrebbe essere impartita al di fuori dell’ambiente familiare consentendo, così, che il linguaggio e le pratiche della sessualità vengano insegnate e recepite fin dall'età prescolare secondo una visione che vuole una erotizzazione precoce dei bambini; questo è possibile delegando la scuola che si sostituisce alla famiglia e dando evidenza ad una micidiale manipolazione dei naturali processi cognitivi del bambino completamente indifeso.

Viaggio nell'ideologia gender: l'annullamento dell'ordine naturale

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