Opinioni

Vivere da influencer: ci rendiamo conto a che livello di idiozia generale siamo arrivati?

Sono in vista e ogni cosa che accade loro fa notizia e sposta introiti. Tendono a vivere al limite e a superarlo spesso, in vari settori. Preoccupa il vuoto di valori etici che questi modelli amati e imitati, da parte di milioni di giovani, rappresentano.

La influencer Jessica Franceschetti, è stata condannata a otto mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena, per aver causato un incidente mentre guidava sotto effetto dell’alcol, ovvero era ubriaca. Forse è il momento per fermarsi a riflettere su un fenomeno che sta modificando la realtà in cui viviamo e soprattutto quella dei nostri figli, in peggio. Non ho paura a dirlo. Non è il singolo influencer ma è il tipo di relazioni che loro propongono come modello, ad essere un mondo vacuo, pieno di insidie, in breve falso, che propongono ai nostri giovani, ad essere sotto accusa.

Instagram, screenshot random

Un influencer è un modello per milioni di followers

Su Instagram, questa ragazza 34 enne vicentina, è seguita da più di un milione di follower, che sarebbero seguitori in italiano ma che tradurrei più prosaicamente “punti di guadagno”, perché questo sono e di questo stiamo parlando, di soldi. La misura delle vite di queste persone non sono i sentimenti, le conoscenze, la cultura, le professionalità, ma solo e soltanto la capacità di fare soldi senza saper far niente. Per chi non lo sapesse un influencer è una persona che realizza dei video su qualsiasi argomento ottenendo un seguito di persone che li guardano e risultandone quindi, se ne deduce, influenzati, condizionati.

Questa influenza si traduce in soldi per via delle proposte commerciali che si legano ai video e alla persona stessa che ne è protagonista. Come si veste, come si trucca, come vive, tutto è un messaggio pubblicitario. L’influencer stesso è un messaggio pubblicitario, una saponetta, un golfino, una palla da tennis, un qualcosa che si vende, si compra e si consuma. In sé l’idea di realizzare video che diano informazioni sulla cucina, sul come fare cosa, sull’aggiustare la casa, sui come vestire, sui passi di un ballo, su come passare una vacanza, costruire un itinerario, su come dimagrire o come risolvere un problema di salute, sono tutti contenuti non solo leciti ma anche in qualche caso utili, passabili.

Il problema sorge sui video più seguiti: i videogiochi, le avventure al limite, i pettegolezzi, le dicerie…

Anche gli errori dell’influencer possono essere vissuti positivamente

Esponiamo i fatti.  L’incidente di cui si è resa protagonista Jessica Franceschetti risale al 30 dicembre 2019. La ragazza era alla guida della sua Panda lungo la provinciale dei Muzzi, che collega Sovizzo a Castelgomberto, dove risiede. All’altezza della frazione di Valle, lo schianto contro una Bmw guidata da una 31enne.

Non vi furono gravi conseguenze, ma la pattuglia intervenuta sul posto sottopose entrambe le guidatrici al pre-test per verificare il grado alcolemico. Mentre la guidatrice della Bmw risutò negativa, la Franceschetti presentò un tasso di 2,82 grammi per litro di sangue (il limite è 0,5). Una volta in caserma venne effettuato il test dell’etilometro, con risultato 2,59. Fu così che scattà il ritiro della patente e la segnalazione in procura. Questo vivere oltre i limiti, fregarsene delle regole, superarle per sentirsi vivi e “provare se poi è così difficile morire” avrebbe detto Lucio Battisti, con le parole di Mogol. È proprio il modello tipico che da sempre i teen agers di tutte le generazioni, hanno voluto sperimentare.

Fin dai tempi dei Teddy Boys, di Fronte del Porto (Elia Kazan, 1954) con Marlon Brando o Gioventù Bruciata (Nicolas Ray, 1955) con James Dean, il giovane vuole osare e rischiare per esprimere così il suo attaccamento alla vita spericolata. Come Steve McQueen, direbbe Vasco Rossi. Faccio queste citazioni per dimostrare che il fenomeno non è affatto nuovo. Che è invece un classico delle dinamiche evolutive dell’essere umano. Un passaggio necessario per uccidere i genitori, in senso metaforico ovvio, è diventare adulti, ossia responsabili.

Ergo abbiamo a che fare con irresponsabili e il problema è se mai potranno sperare di diventare responsabili. Il problema insomma è che il modello dell’adolescente non sono più i genitori, un parente particolarmente vicino, un insegnante, uno scrittore come poteva essere in passato, con la vecchia generazione che leggeva Il Giovane Holden di Salinger, o Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse, trovandovi gli insegnamenti per crescere. Oggi i modelli sono Jessica Franceschetti, Khabi Lame, Mario Balotelli, Gianluca Vacchi, Chiara Ferragni, Fedez… lo stesso Fedez che sposa cause libertarie ma al tempo stesso non sa chi sia Giorgio Strehler.

Instagram, screenshot random

Diventato un divo grazie ai video in cui balla

Ha iniziato a pubblicare video su TikTok, un social molto in voga tra i più giovani per la sua superficialità Khabe Lame, nato il 9 marzo 2000, un Millennial. Nei suoi video balla, canta, guarda videogiochi, altri come lui ballano, gesticolano, da soli, in coppia, nei video si ride, si ripetono frasi di film, in maniera apparentemente innocente. Nel 2021 Lame ha superato Gianluca Vacchi come italiano più seguito su TikTok. Sapete chi è Vacchi? Il miliardario che vive di rendita e posta video con bellissime fidanzate ballando su yachts e nelle sue ville.

Quei meriti hanno valso a Khabe Lame un invito alla Mostra del Cinema di Venezia, come ospite speciale per la proiezione del film francese Lost illusions di Xavier Giannoli, poi ha sottoscritto un contratto promozionale con la Hugo Boss (etichetta di abbigliamento maschile),partecipando alla campagna BeYourOwnBoss. In pratica sii il tuo proprio boss, giocando sul doppo senso della parola “boss” da intendere sia come capo di te stesso che come capo di vestiario.

Uno poco più che adolescente “capo di sé stesso”! Infine Lame è diventato il creatore più seguito su TikTok con oltre 142 milioni di follower e quest’anno è entrato a far parte della giuria di Italia’s Got Talent! Nella giuria, lui “giudica” gli altri nelle loro performances! Forse gli daranno una laurea honoris causa, che dite, se la merita no?

Si riconosce la finzione e la menzogna ma l’importante è parlarne

In un post su Instagram Chiara Ferragni sponsorizza uno shampoo. Lei è la regina degli influencer, ha un seguito di 28 milioni di persone, ha costruito un impero sul suo volto e la sua intimità, quella che una volta era sacra: la famiglia, la casa, i figli, i sentimenti. Vittima del mondo infame viene attaccata dagli hater (odiatori). È la legge del contrappasso. Più sali e più c’è chi ti vorrebbe vedere nella polvere. È capitato a Napoleone, figuriamoci a Chiara Ferragni.

Gli hater l’accusano di pubblicizzare uno shampoo fatto con “porcherie”. Che sia vero o meno, non è l’importante, l’importante è fare ascolto, aumentate le condivisioni. Oggi si teorizza la fake news solo per questo. Contano i soldi non la verità. Si può dire tutto. Sputtanare una persona perbene, tanto poi i video non si cancellano, e intascare condivisioni, perché la legge non ti punisce se nel dire falsità non hai di fatto danneggiato il tuo obbiettivo.

Dire che una persona è morta se non è vero non è perseguibile. È il caso dei circa 30 video sulla Vita e la Triste fine di… attori, registi, cantanti. Una biografia di banalità con frasi ad effetto per drammatizzare il niente. Si dichiara la morte di personaggi ancora vivi per far scattare la condivisione. Per assurdo la Ferragni vive del plauso e della melma che riceve. L’uno e l’altra funzionano allo stesso modo. Parlane male purché ne parli, si diceva. Ed è così.

Che sia per finta o reale, lo scatto di Chiara Ferragni con la piccola Vittoria mentre entrambe dormono in aereo conquista tutti. La foto, postata su Instagram, fa trasparire tanta tenerezza, ma il parterre di followers dell’imprenditrice digitale si divide su ogni singola cosa, e spesso emergono commenti negativi. Sotto il post su Instagram piovono commenti negativi: “Bambina sempre in braccio e sempre con il ciuccio …mah”, “Fedez, fammi una foto mentre faccio finta di dormire”, “tutto molto spontaneo e naturale, come sempre”. 

Il caso Theborderline (al limite)

Cosa può accadere giocando con questi video lo si è visto nel caso dell’incidente di Casalpalocco, dove un gruppo di 5 ragazzi, della società Theborderline (al limite) ha travolto una Smart con dentro mamma e due figli, uccidendo un bambino di 5 anni. Il tutto per vivere la prova limite di guidare una Lamborghini per 50 ore consecutive e farne un video da postare, per ottenere condivisioni. I links che i loro video on line riuscivano ad ottenere, in qualche caso anche oltre 3 milioni, si traducono in entrate in denaro, pagate da Google, per l’utilizzo di tali prodotti come veicoli pubblicitari. Ma anche il modo di vestire dei ragazzi, le auto usate, le telecamere, i luoghi visitati, gli orologi, i cappelli, tutto quello che si vede in un video è pubblicità, tutto è quantificabile, vendibile.

Come nel caso della ragazza di Vicenza anche a Matteo Di Pietro, che era alla guida della Lamborghini, probabilmente verrà ritirata la patente, non so per quanto tempo ma se fosse a vita, non sarebbe male. Jessica Franceschetti oltre alla condanna a otto mesi (con pena sospesa) ha ricevuto un’ammenda di duemila euro, e la revoca a vita della patente. Dato il clamore dell’incidente e la sua gravità, andare a 124 km/h in una strada con limite a 30, mentre ti fai inquadrare dal telefono del tuo amico e sei sotto effetto di haschisch, non lascia molte speranze a Matteo, sul fatto che se la possa cavare facilmente. Ma basterà a far cambiare le cose?

Cosa insegna la vicenda di Casalpalocco e le altre

Con una notevole dose di cinismo i familiari di Matteo pare abbiano dichiarato, appena avvenuto l’incidente, che avrebbero riempito di soldi la famiglia della vittima, per mettere tutto a tacere. Ricordate, in questa nostra Italia, qualcun altro che a forza di pagare, comprare persone, corrompere giudici, testimoni, ha sempre cercato di farla franca?

A me viene in mente un nome e credo sia lo stesso che viene in mente a voi. Quando si dice che questo modello di vita: pagare per mettere a tacere, ha ormai corrotto i modi di comportamento della nostra comunità, vedete come si possano trovare mille esempi, mille altri accadimenti dai quali la gente e i ragazzi imparano ogni giorno.

C’è un problema? Abbiamo ammazzato un bambino di 5 anni? Paghiamo e tutto finisce. I soldi risolvono. Non esiste pena, pentimento, dolore, dramma familiare, una vita spezzata, niente. Nulla. Il vuoto. Che valori etici ha in testa un ragazzo di 22 anni che ragiona così? Cosa potremo aspettarci da lui in futuro? Se un giorno dovesse essere eletto deputato come credete si comporterà? I suoi genitori che persone sono? Cosa potremo aspettarci da loro? Pensate che si ravvedano? Che comprendano? Che cambino?

Le pene vanno applicate ma non illudetevi, non bastano

Purtroppo le pene severe non saranno sufficienti né a scoraggiare né a interrompere il fenomeno dentro il quale siamo tutti immersi. Quando accadono questi incidenti si alzano grida di orrore e di odio: in galera e buttare via la chiave! L’ergastolo!  Pensate che serviranno davvero le punizioni. Non lo dico perché non debbano essere puniti i reati. Chiaramente la giustizia deve fare il suo corso. Ma vi chiedo: servirà?

Basta navigare un po’ per i social network e soprattutto su YouTube per trovare video di ogni foggia e dimensione con migliaia o milioni di links per le cose più assurde e banali. Mi hanno impressionato quelle dei bambini, perché si inizia prestissimo a fare lo youtuber, con l’aiuto di genitori avidi e irresponsabili, essi stessi. La realtà è tutta a misura di denaro. Tutto nella vita viene valutato in base al prezzo. Per questo nella classe scolastica si riflettono le divisioni in caste, tra chi ha e chi non ha, così come nei mezzi posseduti: moto, auto, vestiti, così come in ogni frangente della vita amicale o sentimentale.

La droga è un flusso inarrestabile che unisce i gruppi amicali, li corrompe, li convoglia alle feste, ai rave, nelle bravate. Tutto viene filmato, qualsiasi cosa accada, anche gli stupri, le botte, gli incidenti stradali, i feriti, i morti, perché tutto si vende, tutto fa scena. Nella vita degli influencer il privato e l’intimità non sparisce, si usa, si mette in mostra, si vende. Se vendi la tua intimità, il tuo inconscio, i tuoi mondi più profondi, che ti rimane dopo? Il nulla appunto. Questo è quel mondo: un grande nulla.

I bambini degli influencer sono destinati a vivere in un mondo irreale

La coppia di influencer più famosa d’Italia, quella composta da Chiara Ferragni e Fedez, con i loro due figlioletti Leone e Vittoria, è un esempio lampante di quello che sto dicendo. Ogni momento della loro sfolgorante e abbagliante vita da nababbi moderni, è oggetto di video da postare. Il pettegolezzo è l’arma che loro stessi alimentano per guadagnare e creare un vortice di introiti che si inseguono, senza soluzione di continuità.

Una volta diventati personaggi ogni apparizione in tv o sui cartelloni pubblicitari diventa un gettito. Ogni momento della giornata, dal risveglio, al momento della pappa o della cacca, è un’occasione di commercializzazione. Il matrimonio è stata la festa in stile hollywoodiano venduta in esclusiva, la possibile crisi matrimoniale, l’acquisto di un cane, la festa di compleanno, ogni dettaglio va bene perché fa audience. Recentemente a Milano, sul palco di Love Mi, a dare spettacolo non sono stati i genitori ma i due bambini.

La piccola Vittoria correva sul palco innocentemente e già la folla la osannava: Vittoria, Vittoria, Vittoria”. Un gesto che ha fatto particolarmente sorridere Fedez ma che ha spinto invece Chiara ad avere una reazione che non è passata inosservata. L’influencer ha subito indicato ai fan presenti in piazza del Duomo il figlio Leone, per attirare l’attenzione su di lui. Così, poco dopo, i fan sotto al palco del concerto e mamma Chiara hanno iniziato a urlare: “Leo, Leo, Leo”. Con quel gesto Chiara ha fatto si che il bimbo non potesse rimanere offeso o deluso dalle maggiori attenzioni che la sorellina stava ricevendo dai fan.

Vi rendete conto a che livello di idiozia generale siamo arrivati?

Carlo Raspollini

Autore e regista televisivo, responsabile marketing, consulente gastronomo e dello spettacolo, viaggiatore.

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