Cronaca

Willy Monteiro Duarte, quando con una mossa inaspettata la vita ti dà scacco matto

Sullo sfondo della cronaca nera più buia, dentro la camera dei pensieri privati e dietro la tenda trasparente e scura della tristezza, resta latente l’eco di quel profondo senso di rifiuto rinforzato all’ennesima potenza per la violenza inaudita e ingiustificata, per il modo efferato e inutile, per la giovane età e per il non abuso di sostanze alteranti che per lo meno alla peggio avrebbero giustificato.

L’omicidio di Willy ha coinvolto Colleferro, Artena e Paliano

Parliamo di Willy, fatto che già conosciamo e ha toccato direttamente Colleferro (Rm), oltre a Paliano (Fr) e Artena (Rm). Un paese, Artena, destinato per una iattura storica a un senso di inadeguatezza la cui voglia di riscatto non riesce a ergersi ritto per dichiarare solennemente e di nuovo ‘Ex cinere resurgo’.

Inerzia o ignoranza? Forse entrambe, visto che c’è chi accusa i rei artenesi anche del sentito dire come raccontato nel libro e lascia la notorietà di sé solo alle brutture di una stampa spesso poco attenta. Spero per essa che arrivi un vento nuovo che ne rispolveri le strade e lucidi i ciottoli che è bella davvero: piena di volontà e volontariato, di sapori genuini e giochi, di natura e spazi ed è un presepe naturale con le luci di notte, ispirazione per aspirare a un proprio natale reale.

Artena non vuole essere identificata con quei due violenti e gli altri due che non erano neanche una banda, uno dei quali con una lacrima tatuata sotto l’occhio, simbolo per distinguersi per aver ucciso. Lì, li conoscevano, li evitavano. Forse pure tra loro si sarebbero evitati, dato l’addossarsi il fatto reciprocamente. Ragazzi con l’unica idea che al sabato si può finalmente bere dopo una settimana di lavoro; ragazzi che al processo “descriveranno cosa li ha spinti a vestirsi da lottatori e a picchiare a più non posso ma non sapranno spiegare e non diranno mai, seppur sollecitati da giudice e pubblici ministeri, per quale motivo proprio Willy”.

Il cuore di Willy è stato spaccato a metà come altri organi con colpi assestati tecnicamente appresi per difendere usati per offendere; il cuore di tutti noi si è fermato in un sobbalzo di repulsione e dolore ma per lui batterà con più determinazione. Sì, perché non è accettabile che si arrivi sulla scena di una discussione che “in fase di spontanea risoluzione, fungeva da detonatore di una cieca furia”.

Il libro di Federica Angeli su Willy

Realistica, puntuale e attenta a ogni particolare e a ogni persona coinvolta è la storia nel libro di Federica Angeli, 40 secondi Willy Monteiro Duarte: La luce del coraggio e il buio della violenza, Baldini+Castoldi, ma l’autrice trasmette molto di più.

La dualità della vita dentro il nero o nel bianco, nello spento o nell’acceso, nella luce o nel buio. È un testo che si fa racconto di nera; un volume documento dei fatti; il registro delle voci delle testimonianze; è un floema sociale; un tomo denso per uno studio di psicologia e psicopatologia criminale e fortuna, è stato ispirazione per opera filmica già ottima idea come schermo di schemi di formazione per elicitare i valori veri e far muovere incontro a essi le platee, le classi, i figli di tutti con la speranza che non rimangano pubblico ma si facciano attori e incarnino il messaggio.

Un messaggio forte perché ciò che scaturisce dalla vicenda è l’invito della vita a testimoniare la via al bene come in modo spontaneo i giovani hanno fatto perché rimanesse un messaggio sempre più forte, forte di verità. Federica Angeli non poteva non raccogliere per come ne rimane colpita personalmente e professionalmente. Lei, strumento di un’informazione che la paura troppo spesso ammutolisce, che non si può scrivere, di cui non si deve parlare perché altrimenti una testata in fronte non è niente. Federica Angeli, testimone in prima persona di questo significato con la propria vita sotto scorta da quasi dieci anni e che per la forza del coraggio diviene gioco a punti per i figli a cui si può solo augurare di vincere il premio che desiderano tanto. A Lei va riconoscenza.

Willy, “un eccezionale slancio altruistico”

I Comuni di Colleferro, Paliano e Artena si sono costituiti parte civile insieme alla Regione Lazio. A Willy è stata conferita dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la medaglia d’oro al valor civile per “l’eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo, interveniva in difesa di un amico in difficoltà, cercando di favorire la soluzione pacifica di un’accesa discussione”. Tutto ciò rafforza un unico verdetto, come naturale che sia e così è stato.

La violenza per la violenza deve essere esorcizzata perché è troppa ‘pura cattiveria’ e dentro il proprio sé, ai più, muove forte il dilemma morale: perché?

Cosa possiamo fare? Come non dimenticare? Come non girarsi dall’altra parte?

E allora immediata è la risposta fattiva che acquieta l’anima della gente sensibile: si sono organizzate fiaccolate di solidarietà e vicinanza alla famiglia, partecipate ed emozionanti; sono stati elaborati idee, pensieri, dipinti; ha ispirato canzoni, poesie, murales, premi e borsa di studio, luoghi denominati per la memoria. Il libro viene presentato in primis a Colleferro e ad Artena per poi essere in altre cittadine e le scuole lo prendono come spunto per discutere del bullismo; sono stati istituiti fondi per iniziative e aiuto alla famiglia.

Chissà se quella notte potrà essere ricorrenza per un concerto contro le prepotenze e con il sorriso di Willy. Sono stati intitolati giardini e piazze per non dare spazio al male ormai chiuso per sempre in cella, perché in egual modo non potrà che essere il verdetto atteso e prossimo al secondo grado. E la Grazia non potrà esserci e neanche la riduzione di pena visto che mai la colpa è sentita per l’efferata uccisione di un ragazzo della stessa età, come dimostra la lettera dal carcere di uno di loro.

Servirà il pentimento degli assassini di Willy?

Dunque, il pentimento?

Nonostante nessun risarcimento riceverà e nessuno riporterà Willy a casa, c’è una meravigliosa famiglia capoverdiana piena di umanità e bontà nelle parole di Milena, la sorella ventenne di Willy: “Speriamo che pensino a quello che hanno fatto e si pentano,” e profonde quelle della Signora mamma: “Questi ragazzi non devono chiedere perdono a me né alla mia famiglia. Devono chiederlo a loro stessi. Se un giorno ci riusciranno vuol dire che ci sarà un vero pentimento per quello che hanno fatto. Soltanto allora avrò la speranza che Willy non è morto invano”.

Ma non è morto invano perché i coetanei lo hanno dimostrato.

Gli amici si sono mossi con umanità vera, la speranza e la testimonianza del giusto vivere finché giustizia sia fatta. Si legge nel libro che i giovani testimoni “Tutti sono andati a dire quello che avevano visto,” nessuno si è escluso dalla responsabilità, non hanno avuto paura, hanno testimoniato e dato coraggio o attenzione anche ai molti altri che negli anni precedenti avevano subito violenza dai rei.

La forza di rialzare la testa che restituisce dignità, non purtroppo la vita a un ragazzo che meritava di viversela tutta.

Denunciare per non ricevere o far ricevere altro male, per non fare gl’indifferenti, per bloccare la prepotenza, per usare parole giuste, per lottare l’indifferenza, per contrastare il bullo. I giovani lo sanno fare, parliamo con il linguaggio dei giovani.

L’attore Vinicio Marchioni scrive a un giovane d’oggi

È un fiume in piena Vinicio Marchioni su Instagram che sentita la notizia scrive al giovane di oggi le bellissime parole di ‘Note a margine di un dolore amaro e muto’: “[…] Rivendica la possibilità̀ di essere fragile […] E rivendica gli abbracci, chiedili quando ti mancano, quando ne hai bisogno. […] rivendica il diritto di piangere. […] Rivendica il diritto di frequentare la bellezza, non quella estetica, ma l’ideale della bellezza. […] Sii gentile con te stesso, e con gli altri. Vai a cercare la parola compassione. Senti che effetto fa dentro di te. Domandati cos’è la forza per te, il coraggio per te, la resistenza per te, l’appartenenza per te. […] Siamo nati per conoscere noi stessi e, se possibile, migliorarci. E perdonaci se ti stiamo facendo crescere in un mondo così confuso e mediocre. C’è sempre una speranza, nonostante tutto, quella speranza sei tu. Abbi cura di te.”

Questi occhi dolcissimi su questo sorriso fresco e sincero sono un pugno allo stomaco.

È qui la risposta: quel viso è la risposta che per sempre Willy darà alle nostre lacrime e a cui trasmettere una carezza di luce insieme all’autrice perché “Willy è ovunque”: sì Milena, è vero, è entrato nei cuori ed è preghiera. Questo viso ci sta pregando di insegnare i sorrisi sinceri e gli occhi dolcissimi sui bellissimi volti dei figli o degli studenti e sembra proprio dirci: “che nessuno possa più dire che ero al posto sbagliato al momento sbagliato: io ero lì, stavo lì e sono andato incontro al mio amico come ho fatto sempre e anche domani lo avrei fatto, mi sarei fermato e avrei chiesto: ‘tutto bene?”

Te chiedo scusa a ma’

Te chiedo scusa a Ma’

c’era n’amico ‘n difficoltà

nun me la sentivo de scappa’… Qui tutta la poesia

Nunzia Latini

Redazione

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