Categorie: Politica

Zingaretti: “In prima linea contro la mafia”

“Per quanto ci riguarda, non resterà inascoltato l’allarme lanciato dal Procuratore Giuseppe Pignatone, che ringrazio ancora una volta per lo straordinario lavoro che sta portando avanti, e confermato dai dati del rapporto dell’Osservatorio Luiss sul radicamento delle mafie nel Lazio e a Roma. È la fotografia e la denuncia di una situazione che richiama ciascuno alle proprie responsabilità”.

Lo afferma in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
“Quella in capo alla Regione è, innanzitutto, sostenere una nuova politica economica per rafforzare l’economia sana e non lasciare sole le imprese di fronte ai fattori di fragilità che la crisi amplifica. Per questo, è di fondamentale importanza aggredire uno dei principali elementi di debolezza che oggi investono il nostro sistema produttivo: quello della disperazione di tanti imprenditori per la mancanza di liquidità e per la difficoltà di accesso al credito.

Da questo punto di vista – continua il governatore – gli 8,3 miliardi di euro del DL 35 sul pagamento dei debiti delle imprese, lo sblocco di oltre 400 milioni di euro di bandi europei solo nei primi sei mesi di legislatura, la riorganizzazione del sistema del credito con lo stanziamento di 315 milioni di euro di nuove risorse regionali sono scelte che si inseriscono in una strategia unitaria per rimettere in moto l’economia del Lazio e prosciugare il brodo di coltura in cui prospera l’illegalità. Così come lo sono le scelte che stiamo promuovendo sul fronte della trasparenza nel rapporto tra pubblica amministrazione e sistema economico, dal rilancio della centrale unica degli acquisti, alla semplificazione normativa e amministrativa, alla riorganizzazione e razionalizzazione della galassia della società e delle aziende regionali”.

“Quello che è fondamentale, per essere vincente nella battaglia contro le mafie, è promuovere la massima cooperazione istituzionale. Perché – conclude Zingaretti – le mafie si sconfiggono, certo, con una efficace strategia di repressione, così come con una efficace iniziativa di governo. Ma se questi due fattori si uniscono, e se c’è un’assidua collaborazione tra attori istituzionali e società civile, allora, davvero, la risposta dello Stato diventa molto più forte”.

Redazione

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