Roma Eur, zona a luci rosse: “Prostituzione, decoro, responsabilità”

La lettera aperta del presidente del Municipio IX Andrea Santoro sulla zonizzazione della prostituzione

La discussione sulla zona a luci rosse dell’Eur continua, anche se di fatto la proposta avanzata dal presidente del Municipio IX Andrea Santoro ha incassato un no, e non quello delle opposizioni, ma quello del suo stesso partito, ovvero il PD. E mentre il sindaco di Roma Ignazio Marino si affida alle colonne de Il Corriere della Sera per dire che “la prostituzione di strada rappresenta per moltissime famiglie un’emergenza che richiede soluzioni non più rinviabili”, chiedendo al Parlameno di intervenire “con lo stesso senso di urgenza percepito dai cittadini e dalle Istituzioni di prossimità, il tema della prostituzione anche a partire dalle positive esperienze sperimentate a livello locale e confrontandosi con tutte le parti in causa, sgombrando il campo da posizioni meramente ideologiche e adottando un approccio di ascolto e confronto costruttivo” – affermazioni con cui, di fatto, Marino sembra appoggiare la proposta di Santoro (leggi qui) – ci pensa l’assessore alle Politiche Sociali Francesca Danese a trovare un’alternativa allo zooning, rifinanziando il progetto Roxanne.

Un caso meditico, quindi, quello che si è creato intorno alla proposta di zonizzazione, che per il momento sembra non vedere la luce. E la proposta – di vietare la prostituzione nei centri residenziali – l’ha spiegata lo stesso presidente del Municipio IX Andrea Santoro in una lettera aperta ai cittadini. “Questa nostra proposta è entrata nelle vostre vite con una semplificazione forse eccessiva: non ho mai detto di voler creare quartieri a luci rosse. Non appartiene alla mia cultura, non si può fare perché sarebbe illegale. La trovo, permettetemi, una forzatura” – scrive Santoro.

E allora perché questo provvedimento? La decisione di intervenire sul tema del governo della prostituzione, spiega Santoro, “si sintetizza in una parola sola: responsabilità”. Ovvero: non scaricare la colpa su altri. “L’avevo detto in campagna elettorale: ci faremo carico di risolvere i problemi anche se non sono di nostra competenza. Perché è arrivato il momento per ognuno di noi di assumersi impegni più grandi, per riparare i danni fatti da chi c’era prima e che ha ridotto questa città, questo Paese così”.

D’altra parte, la proposta, seppur arretrata e non per colpa del proponente, ha comunque ottenuto il risultato di scatenare un dibattito: in seno alla cittadinanza e in seno alle istituzioni. E non solo. “In 4 giorni, affrontando in maniera convinta questo argomento, si è riusciti a fare più di quanto non si è fatto in 15 anni: è stata calendarizzata al Senato una nuova legge sulla prostituzione, è stato rifinanziato il progetto per le vittime di tratta, è partito un controllo più efficace delle forze dell’ordine sul territorio che ha già dato i primi risultati, abbiamo riattivato azioni per il decoro urbano e a breve inizieranno i corsi di educazione sentimentale nelle scuole”. Ma soprattutto, scrive Santoro, “abbiamo squarciato il velo dell’ipocrisia: noi sul fenomeno della prostituzione non chiudiamo gli occhi”.

La lettera di Santoro, dunque, serve a non far abbassare la soglia di attenzione nei confronti del problema della prostituzione, dietro la quale “ci sono le bande del racket che si impossessano, per tramite le donne, degli spazi urbani”. Il cardine della proposta del Municipio IX, pertanto “è non arrenderci ai criminali che sfruttano le donne e si prendono le nostre strade. Non arrenderci alla criminalità. Non arrenderci, mai, all’illegalità”.

In che modo? Sono 5 le proposte avanzate: “Vietare la prostituzione dove ci sono abitazioni, scuole, parchi gioco; multare fino a 500 euro i clienti delle prostitute che non rispettano questo divieto; attivare da subito gli operatori delle unità di strada per strappare dallo sfruttamento ogni donna vittima di tratta; coordinare la presenza delle forze dell’ordine e la Polizia Locale per un controllo del territorio più efficace; attivare giornate di educazione sentimentale, affettiva e al rispetto del corpo della donna nelle scuole”.

5 proposte che, secondo Santoro, “possono essere attivate fin da subito, nel rispetto della legge, e che possono fare i Municipi e gli enti locali in generale in attesa che il Parlamento decida di approvare una nuova legge che superi la legge Merlin”.

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