“Se quelli della masnada turbolenta che sabato scorso a Roma ha fatto irruzione nella sede della Cgil a sfrantumarne gli arredi, e questo dopo avere aggredito e percosso gli agenti che la proteggevano e scassato le finestre, rievocano e marcano una loro identità “fascista”? Ma no, erano piuttosto delle sconce macchiette, degli esemplari di una sottospecie umana. A sentire che vengono rapportati al fascismo storico, Benito Mussolini, Dino Grandi e Giuseppe Bottai si staranno rivoltando nella tomba”.
Lo scrive Giampiero Mughini su Il Foglio nel suo articolo dal titolo Furia iconoclasta tanta, fascismo storico niente. Note sull’irruzione alla Cgil.
“Di certo il fatto che sia stata violata l’esistenza materiale e simbolica di quella che è stata la sede storicamente più importante della Cgil è un fatto cui uno della mia generazione non può assistere senza una fitta al cuore”, aggiunge.
Secondo il giornalista, scrittore, opinionista occorre però capire che “gli eventi romani di sabato scorso sono gravi sì, ma non altrettanto seri.
Se non per il fatto che rivelano che le società industrializzate del terzo millennio covino nel loro seno delle minoranze disposte a tutto in fatto di rabbia diffusa, di ribellismo a poco prezzo e a tanto chiasso”.
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