Dall’inizio della pandemia gli operatori sanitari combattono strenuamente contro il Covid–19, che nelle ultime settimane è tornato a far paura, in seguito a una repentina risalita dei contagi. Anche negli ospedali, tra di loro, si è registrato un incremento delle positività al virus (in appena un mese, dati Iss, c’è stato un aumento esponenziale del 210%, di cui l’82% infermieri), ma non solo.
Perché un altro problema è quello delle aggressioni nei loro confronti. Spesso, infatti, il personale sanitario è costretto a difendersi da eventuali aggressori, talvolta rimettendoci anche un dito (come accaduto pochi giorni fa a Roma). Nel merito, ai microfoni di L’Italia s’è desta, trasmissione in onda su Radio Cusano Campus, è intervenuto Stefano Barone, segretario provinciale del sindacato delle professioni infermieristiche Nursind di Roma.
“Il personale sanitario – afferma Barone – non viene messo in condizione di un controllo preciso e capillare, soprattutto per quanto riguarda i medici e infermieri che sono a contatto con pazienti particolarmente fragili. I tamponi rapidi hanno un’attendibilità bassa e non c’è un controllo capillare del personale, aumentando così i contagi anche negli ospedali. Noi chiediamo che vengano fatti i tamponi almeno una volta a settimana, mentre al momento nel Lazio si fanno ogni 10 giorni”.
“Sicuramente c’è una pressione minore nelle terapie intensive – prosegue – rispetto alle precedenti ondate, ma non è minore la pressione dei pazienti positivi che stazionano nei pronto soccorso e nei reparti Covid. Come al solito si arriva sempre tardi nell’organizzazione e questo crea grande disagio sia nei pazienti sia nel personale. Il problema è l’assenza di posti letto che sono stati tagliati negli anni”.
“Ci stupisce come dobbiamo riaffrontare di nuovo argomento che abbiamo affrontato spesso in passato. I temi del sovraffollamento dei pronto soccorso, delle aggressioni colpiscono direttamente il personale impegnato soprattutto in prima linea. Noi su questo abbiamo chiesto più volte un intervento immediato per la tutela del personale sanitario negli ospedali. Ad esempio potrebbero essere previsti dei presidi di polizia per fare in modo che si possa intervenire immediatamente. Ribadiamo la necessità di intervenire in maniera tempestiva ed incisiva” conclude.
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