Interviste

Ceccano, Maurizio Lozzi presenta il libro inchiesta sulla Valle del Sacco

Appuntamento oggi, venerdì 20, a Ceccano con Maurizio Lozzi e il suo libro – inchiesta, per l’occasione son due gli eventi proposti dall’ Editore Di Leandro & Partners.

Il libro-inchiesta “Un SACCO di silenzi – L’agonia di un fiume lasciato morire” è scritto dal giornalista, Consigliere regionale dell’Ordine, Maurizio Lozzi e si incentra sugli inquinamenti subiti dalla Valle del Sacco in oltre settant’anni.

Maurizio Lozzi, che crede profondamente nelle giovani generazioni e in un futuro migliore, incontra nella mattinata (ore 11:45) gli studenti del Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano, grazie alla disponibilità della Direzione didattica dell’istituto.

Nel pomeriggio alle ore 18,00, in un appuntamento organizzato dalla Pro Loco di Ceccano e dalla Rete delle Associazioni presso la Sala parrocchiale del Santuario di Santa Maria a Fiume, proprio la cittadinanza fraterna.

Abbiamo intervistato Maurizio Lozzi, autore del libro

Come mai ha intitolato il suo libro-inchiesta “Un SACCO di silenzi – L’agonia di un fiume lasciato morire”?

Ho pensato che associando il nome del Fiume Sacco ai silenzi sul suo inquinamento potesse prima incuriosire e poi destare attenzione intorno ad un’inchiesta che apre scenari su cui è bene fare delle riflessioni.

Lei documenta come primo fatto legato all’inquinamento un episodio avvenuto addirittura nell’aprile del 1947?

Si, è proprio così! La prima denuncia sull’inquinamento del Sacco risale infatti a quel periodo. E la cosa che mi ha indignato di più è che, pur avendo avuto nel tempo situazioni legate a continui – quasi rituali – sversamenti di inquinanti chimici in questo fiume, troppi hanno mantenuto il silenzio, favorendo una globalizzazione dell’indifferenza che ritengo sia oggi anche più dannosa dell’inquinamento stesso.

Quale sono le motivazioni che l’hanno spinta per lavorare a questa inchiesta oggi pubblicata in volume?

 Prima di tutto l’indignazione per lo stupro continuo subito dall’ambiente della Valle del Sacco e poi il mio senso di responsabilità prima come genitore, poi come giornalista. Non me la sono mai sentita di voltarmi dall’altra parte, tanto più davanti a pesanti soprusi come quelli subiti dalle popolazioni della Valle del Sacco e così, dopo militanze nelle associazioni ambientaliste, ho deciso che era bene portare a conoscenza le comunità di questo territorio di dati e cronache su cui troppi hanno mantenuto il silenzio.

Redazione

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