Non è importante che il tortellino sia ripieno di carne di maiale, la cosa fondamentale è non sprecarlo. Secondo la Fao, ogni anno un terzo della produzione mondiale di cibo (3,9 miliardi di tonnellate) si perde o si spreca, per un totale complessivo di circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti. In Europa la quantità di cibo sprecata ogni anno ammonta a 89 milioni di tonnellate.
Lo spreco riguarda tutta la filiera alimentare, molto complessa da tracciare. La suddivisione percentuale dello spreco alimentare – scrive Altreconomia – mostra come il 42% si verifica nelle abitazioni domestiche, il 39% durante la fase di trasformazione/produzione, il 14% nel settore della ristorazione, il 5% nella vendita al dettaglio e all’ingrosso.
Il Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher e il progetto Reduce, promosso dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna, dall’Università della Tuscia e il ministero dell’Ambiente, ogni consumatore italiano spreca 2,89 kg/anno pro capite, vale a dire 55,6 gr a settimana e 7,9 gr al giorno solo sul piano distributivo. Il 35% di questo spreco potrebbe essere recuperabile a scopo alimentazione umana”. Inoltre, la rilevazione mette in luce attraverso i “Diari di Famiglia” i dati dello spreco domestico del cibo in Italia: 36 chilogrammi annui di alimenti pro capite che finiscono nella spazzatura pur essendo pienamente commestibili.
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