Categorie: Cronaca

Coop Frosinone percepiva contributi illeciti

Contributi per l’editoria percepiti illecitamente per due anni, ricorrendo a pubblicità nascosta e vendite fasulle (per apportare al bilancio il lifting necessario ad ottenere i suddetti contributi non spettanti), hanno generato una frode allo Stato di circa 5 milioni di euro.
Questo è quanto è stato accertato dalla Guardia di Finanza al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone, nei confronti di una cooperativa editoriale dello stesso capoluogo (la Effe Cooperativa, che edita La Provincia Quotidiano di Latina e Frosinone).
I responsabili – tra cui Arnaldo Zeppieri, il Presidente del Consiglio d’Amministrazione della cooperativa, e 3 dipendenti – sono stati denunciati per truffa ai danni dello Stato.
La Procura, ha anche proposto il sequestro preventivo dei beni pari all’ammontare della truffa.

“La normativa in materia – spiega in una nota la Guardia di Finanza – prevede che i contributi per l’editoria vengano elargiti a favore di strutture associative, senza scopo di lucro, orientate a privilegiare le prestazioni offerte dagli stessi soci e nell’intento di avvantaggiare il lavoro proveniente da società di piccole dimensioni, peraltro capaci di soddisfare un interesse pubblico coincidente con la più ampia diffusività dell’informazione. Per tale ragione la legge subordina la concessione dei contributi alla sussistenza di alcuni presupposti, tra i quali una soglia minima di diffusione (o tiratura) del quotidiano ed un limite massimo di entrate pubblicitarie”.

Le indagini dei finanzieri di Frosinone hanno quindi potuto accertare che, negli anni 2008 e 2009, la cooperativa ha comunicato al competente Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri dei dati preventivamente falsificati.
Non solo. La cooperativa indagata, in alcune specifiche occasioni, ha obbligato chi beneficiava dello spazio pubblicitario offerto, ad acquistare un certo numero di giornali, facendo aumentare la tiratura del quotidiano e superando così la soglia prevista dalla legge. In questo modo, era possibile abbattere i ricavi derivanti dalla pubblicità fino a ricondurli entro i limiti stabiliti dalla legge.

Redazione

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