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Daniele Lorusso: “Il pensiero filosofico nell’epoca di Internet”, presentazione il 13 ottobre presso Gangemi Editore

Venerdì 13 ottobre 2023 alle ore 17:00 presso la Sala Mostre e Convegni della Gangemi Editore, in via Giulia 142 a Roma, si svolgerà la presentazione dell’ultima fatica letteraria dello scrittore e filosofo Daniele Lorusso: “Il Pensiero filosofico nell’epoca di internet,” la cultura umanistica al tempo della globalizzazione. Presenterà l’evento la storica dell’arte, Cinzia Virno, interverrà Giulia Bertotto, filosofa e giornalista, sarà presente l’autore. In occasione della presentazione del volume di Lorusso, riproponiamo il testo dello stesso autore pubblicato sul quotidiano “Roma.It” all’uscita del libro.

La cultura umanistica è stata relegata in un angolo. Su questo non sembrano esservi dubbi, ormai. In un mondo come il nostro – in cui dominano la globalizzazione neo-liberista, l’industria culturale, la rivoluzione digitale – non sembra esserci più spazio per l’umanesimo.

Dopo “La nascita della tragedia”, uscita nel 1872, Nietzsche compose le sue quattro “Considerazioni inattuali” dedicate, rispettivamente, a David Strauss, alla Storia, a Schopenhauer e a Wagner.

Tutto ciò potrebbe apparire infinitamente lontano da un’epoca in cui sono Facebook, Twitter e Instagram a farla da padrone. Ma, appunto, si tratta di rivendicare il valore inattuale della cultura umanistica.

Daniele Lorusso

Tra spinte contrastanti

Eppure, non si tratta di piccole trasformazioni, anche rispetto ai tempi lunghi della Storia. Cento anni fa, erano vivi Freud, Croce, Einstein, Kafka e Thomas Mann, solo per fare qualche esempio. Nel 2023, il mondo presenta un quadro completamente diverso. Nella nostra fase storica è semplicemente impensabile rinunciare al cellulare. Per cui è facile attribuire alle persone, al soggetto, all’individuo, un atteggiamento completamente fallimentare. Più serio è sviluppare un’analisi complessiva dei processi in atto. La tecnica produce macchine, ingranaggi, apparati, sempre più grandi, complessi, raffinati.

Viceversa, gli individui vengono sempre più indeboliti e rimpiccioliti dal processo di funzionalizzazione imposto dalla società. La personalità, il carattere di un Churchill o di un Thomas Mann risultano impensabili al giorno d’oggi. Sulla traccia di Nietzsche e Marx, della Scuola di Francoforte e di Heidegger, abbiamo definito questo spostamento intervenuto a favore di tecnica e mercato, come un rovesciamento di mezzi e fini. 

Ciò non significa togliere valore a conquiste epocali come la Rivoluzione francese o la Rivoluzione industriale. Ma, sulla traccia di Horkheimer e Adorno, avere la capacità di comprendere la dialettica dell’illuminismo nella sua complessa dinamica. Il progresso, la tecnica, il mercato, possono sviluppare elementi di barbarie. Ecco, allora, il perché della cultura umanistica nell’epoca globale.

Una ricetta eterna

In un’epoca come la nostra, il peso storico delle grandi religioni appare, quantomeno, indebolito. Al contrario, la grande tradizione della cultura laica occidentale continua a mantenere intatto il suo potenziale e il suo significato. Basti pensare all’eroismo dei Greci al tempo delle Guerre persiane. Oppure al celebre epitaffio di Pericle contenuto nel II Libro della “Guerra del Peloponneso” di Tucidide, vero e proprio manifesto politico programmatico della democrazia ateniese.

Al processo e alla morte di Socrate nel 399 a.C., raccontati da Platone e Senofonte. Al discepolato di Alessandro Magno presso Aristotele. Alla morte di Cicerone o a quella di Augusto. Al Rinascimento italiano, a quel fiorire straordinario di civiltà, arte, conoscenza. Oppure, infine, all’incredibile qualità poetica e umana, dell’opera di Goethe.

La nostra intima persuasione è che ripercorrere certe opere e certe vicende storiche può aiutare l’individuo contemporaneo a diventare migliore. Per una volta – senza eccessive pretese di originalità – qui si propone l’idea che sia l’Occidente ad essere una bussola di orientamento per lo smarrimento nichilistico dell’uomo odierno. Il prorompente disagio giovanile non è che un’ulteriore cartina al tornasole della nostra analisi.

Organizzare il discorso

Il libro è composto di un breve prologo, una prima parte, un intermezzo, una seconda parte ed un breve epilogo. Il prologo e l’epilogo trattano le questioni generali cui si accennava: la micidiale costellazione di una cultura attraversata dal nichilismo, che ha stretto nell’angolo l’unica ricetta eterna in grado di garantirgli sopravvivenza e salvezza, ossia l’umanesimo.

Nella prima parte, rifletto sulla grande tradizione dell’umanesimo classico. Delfi, i misteri di Eleusi, la nascita della filosofia, la sapienza dei Presocratici e i suoi rapporti con il pensiero contemporaneo. Inoltre, mi soffermo sulle Guerre persiane, Senofonte, Aristotele, Alessandro Magno, Orazio, Plutarco, Marco Aurelio. Non solo, ma il tentativo è anche quello di mostrare le risonanze che la cultura classica greco-romana ha avuto su snodi cruciali della cultura europea successiva.

Dal Rinascimento a figure come quelle di Goethe, Hölderlin, Marx, Nietzsche, Heidegger, Hannah Arendt. Le magistrali interpretazioni di Giorgio Colli, da “La natura ama nascondersi” (1948) a “La sapienza greca” (1977-1980), sono state un punto di riferimento ermeneutico costante delle riflessioni sviluppate in queste pagine.

Nell’intermezzo e nella seconda parte, il discorso si sposta sulla cultura moderna e contemporanea. Tanto per ciò che riguarda il totalitarismo del Novecento, e il nazismo in particolare, quanto per ciò che concerne il rapporto stabilito dalla filosofia e dalla letteratura contemporanee con il nostro tempo. Da Benjamin e Adorno, al rapporto tra pensiero e poesia, all’importanza della cultura dell’illuminismo come tessuto connettivo delle democrazie contemporanee, all’amicizia stellare e all’inimicizia terrena tra Heidegger e Adorno. La migliore cultura moderna e contemporanea è stata sempre una contro-forza e un contro-potere di fronte alle tendenze più devastanti della nostra Storia.

Tracce di una definizione

Nel prologo e nell’epilogo di questo libro ricorrono cinque tracce, cinque indicazioni possibili per una definizione dell’umanesimo. L’umanesimo come memoria e imitazione dell’antico. L’umanesimo come libertà e uguaglianza. L’umanesimo come capacità di vedere l’intero al di là delle settorializzazioni specialistiche, ossia l’umanesimo come filosofia. L’umanesimo come ancoraggio per valori etici forti, ovvero come superamento del nichilismo. L’umanesimo come addolcimento attraverso la parola, ossia come civiltà e non-violenza. Ecco, allora, che una tradizione dalle radici antichissime, può diventare ricca di suggerimenti ed intuizioni per il futuro…

Daniele Lorusso

Redazione

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