Categorie: Interviste

Lunàdigas: il documentario sulle donne che scelgono di non avere figli

I dati di una recente ricerca Eurisko rivelano che il 60% delle donne occidentali tra i 18 e i 55 anni ha deciso di non avere figli. Un numero dieci volte superiore rispetto a quello degli anni Cinquanta ma di cui si parla raramente. In un contesto socio-culturale in cui il ruolo di madre sembra essere oltremodo esaltato, la decisione di non assumerlo diventa quasi una colpa.

Su questo e molto di più indaga Lunàdigas (nella lingua sarda dei pastori le pecore che non vogliono figliare), il web doc di Nicoletta Nesler e Marilisa Piga online, che esplora un argomento ancora oggi considerato un tabù e lo fa attraverso le riflessioni di quelle donne che hanno deciso di non avere figli, convinte che la loro realizzazione e completezza non debba necessariamente passare per la maternità.

Le voci di Margherita Hack, Maria Lai, Lidia Menapace, Lea Melandri, Veronica Pivetti, Melissa P. si alternano a quelle di donne comuni, di uomini e di figure storiche come Coco Chanel, Dorothy Parker, Rosa Luxemburg interpellate nei ‘monologhi impossibili’ che costituiscono una sezione del documentario.

Il dialogo si arricchisce di contributi in cui emergono alcuni archetipi femminili di accoglienza e creatività che prescindono dall’idea di procreazione. Diana è vergine e allo stesso tempo protettrice delle partorienti, le Sibille sono materne nei confronti dell’umanità ma non disponibili a dividere se stesse e le creature selvatiche delle saghe incarnano lo spirito della natura e l’abbondanza senza mai perdere la propria interezza.

Le due autrici hanno alle spalle una lunga collaborazione, la realizzazione di alcuni dei documentari della serie ‘Storie Vere’ di Rai Tre e di lavori come ‘Inventata da un dio distratto’ sull’artista Maria Lai, vincitore del 1° premio al Concorso Internazionale di Cinema Indipendente delle Donne,e ‘Zingarò’ sulle prime sarte zingare in Sardegna.

Con Lunàdigas hanno deciso di proseguire l’esplorazione di temi finora poco approfonditi e di dare così un contributo al dibattito sull’identità femminile e, in manieraindiretta, anche sul concetto di famiglia.

Abbiamo parlato con loro del nuovo progetto.

 

Presentateci il vostro lavoro. Perché un web doc?

(Nicoletta) Da molti anni abbiamo portato avanti il nostro comune interesse nei confronti di temi poco frequentati e abbiamo sempre cercato di farlo trovando un linguaggio non comune e banale. Con questo lavoro l’intenzione è stata quella di affrontare un argomento di cui normalmente non si parla partendo da noi stesse, dalle nostre esperienze. Marilisa ed io non abbiamo figli. Si tratta di un work in progress che verrà sempre arricchito di nuovi contributi attraverso i social e il sito web. L’idea è quella di creare una comunità e di immaginare che questo progetto non smetta mai di crescere.

(Marilisa) Proprio in questi giorni stiamo cercando di fare in modo che il documentario sia accessibile sia alle persone non vedenti sia alle persone non udenti con sistemi di lettura e sintesi vocale e con testi scritti.

 

Un aspetto interessante del vostro lavoro è la partecipazione emotiva delle donne che avete incontrato. Si accenna addirittura a sogni fatti in prossimità dell’intervista a significare che l’argomento solleva qualcosa anche a livello inconscio. Il fatto che molte di loro non avevano pensato prima a darsi una risposta sul perché non avessero voluto figli è indice del fatto che si tende a non affrontare l’argomento. Cosa ne pensate di questo aspetto?

(Marilisa) È stato sorprendente e nello stesso tempo abbiamo sempre saputo che sarebbe stato così.  Certe volte, soprattutto all’inizio, ci siamo chieste se le donne che hanno deciso di parlare e che abbiamo visto spesso così tranquille e serene ci dicessero tutta la verità oppure si fossero preparate un discorso che ci stavano somministrando tanto per non dirci di no. Tuttavia il passaggio dell’emotività ci conferma che tutte hanno tirato fuori qualcosa di se stesse, anche se a fatica.

La non maternità è una scelta che più di altre mette a confronto le donne con un modello culturale e sociale molto rigido che vede la donna madre per inclinazione naturale. Che idea vi siete fatte della situazione in Italia?

(Nicoletta) Lunàdigas vuole indagare se realmente sta cambiando qualcosa. La partecipazione intorno al nostro lavoro ci fa capire che è un tema tutto da esplorare. Anche se abbiamo intervistato persone di diversa età che segnalano un cambiamento generazionale, ce ne sono altre che non confermano questa tendenza.

(Marilisa) Il campione non è sufficiente per attestare un cambiamento. Anche se abbiamo incontrato più di duecento persone, forse è ancora troppo presto per dirlo. Mancano ancora gli esponenti di certi gruppi che vorremmo sentire e che ancora non abbiamo sentito.

A livello personale come si sono evolute le vostre riflessioni ed emozioni duranti le fasi del progetto?

(Nicoletta) Nel tempo abbiamo preso la responsabilità e il coraggio di trattare sempre più a fondo questo tema. È un argomento che entrambe, prima ancora di chiedere a chiunque una testimonianza, abbiamo maturato per noi. Oggi, grazie alle donne incontrate, abbiamo altri strumenti. Tutte ci hanno dato qualcosa.

(Marilisa) È come se ogni volta si ripetesse un piccolo miracolo: l’abbandonarsi delle persone alle quali chiedevamo una cosa molto intima e molto personale. È stata emozionante la creazione di questa intimità condivisa. È stato così ogni volta.

Per vedere ‘Lunàdigas’:http://www.lunadigas.com/wpph/ 

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