C' è il suono dei fischietti e ci sono i colpi dei tamburi stamane, sotto le finestre degli uffici di Eur S.p.a, in largo Virgilio Testa, a richiamare l'attenzione dei vertici della società e dell'a.d. Gianluca Lo Presti sulla vicenda dei lavoratori del LunEur.
Inizia così, in maniera un po più rumorosa, questo terzo e ultimo giorno di presidio dei giostrai, appoggiati dagli attivisti di Forza Nuova, sotto la sede della azienda romana.
Anche se mascherata dalla rabbia delle rivendicazioni urlate al megafono, la delusione inizia a circolare tra i manifestanti che sono stati ricevuti lunedì scorso dai vertici dell'azienda con la promessa, non ancora mantenuta, dell'apertura di un tavolo tecnico con i legali di ambo le parti per discutere la sorte delle 160 famiglie di piccoli imprenditori che da sei anni sono in attesa di essere reintegrate nel progetto di un nuovo parco giochi.
"Ad oggi non ci è stata ancora indicata una data per la convocazione del tavolo legale, spiega Saverio Pedrazzini, portavoce delle famiglie dei giostrai, ed è per questo che abbiamo deciso di spostare la mobilitazione di fronte al Campidoglio, per sensibilizzare anche il Sindaco sulla nostra situazione".
Eppure alle 11.45 inaspettatamente le speranze si riaccendono, quando il Presidente di Eur S.p.a., Pierluigi Borghini, scende tra i manifestanti per un colloquio improvvisato.
Il Presidente Borghini ha sottolineato il problema delle divisioni interne al gruppo dei lavoratori, che non consentono all' azienda di avere un' interlocutore unico per condurre una trattativa.
E ritorna sull'offerta di buona uscita fatta dall'azienda nel 2010: 800.000 euro, stanziati in parte dall'Eur S.p.a e in parte dalla società del Luna Park.
All'epoca la richiesta era stata rifiutata e i lavoratori avevano rilanciato chiedendo la ricollocazione nel nuovo parco o in alternativa una buonuscita di 9.000 euro a metro lineare più i costi di rimozione delle attrazioni a carico dell'azienda, per un importo totale stimato intorno ai cinque milioni di euro: una richiesta provocatoriamente esagerata, motivata dal fatto che tutti ritenevano fosse un loro diritto la ricollocazione nel nuovo parco e quindi non volevano trattare nessuna buonuscita.
E' proprio su una nuova offerta di buonuscita che però insiste Borghini, il quale ha convocato un tavolo per domani pomeriggio alle 17.30, nel quale si dovrebbero riaprire le trattative.
Tavolo a cui, hanno fatto sapere, parteciperanno alcuni rappresentanti di Confesercenti.
Pedrazzini invece non ci sta a trattare e, assieme ad altre famiglie, continuerà a pretendere un incontro fra i legali delle parti per fare luce sulla vicenda del bando di gara e del business plan, annunciando l' organizzazione di nuove manifestazioni di protesta nei prossimi giorni.
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