Cronaca

Orsa Amarena uccisa a fucilate. Remo Sabatini in diretta da San Benedetto dei Marsi

Il giornalista Remo Sabatini in diretta da San Benedetto dei Marsi teatro della tragedia che ha visto nella notta scorsa l’uccisione a colpi di fucile di un orsa conosciuta e amata nel territorio. Tutto è iniziato stanotte, a cavallo tra venerdì 31 e sabato 1 settembre, quando, improvvisamente, qualcuno aveva diffuso una notizia che ha sconvolto l’intero territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM): “Hanno sparato all’orsa Amarena. Pare sia morta!”.

E’ morta l’orsa Amarena

Da lì in poi è stato tutto un susseguirsi di emozioni forti che ancora e a distanza di ore, continuano a percorrere gli animi di residenti, istituzioni e associazioni animaliste. “Come è stato possibile?”. Dalle confidenze raccolte da Sabatini, da stamattina in visita in quei territori, prevale l’incredulità per quanto accaduto. Amarena, infatti, da diversi anni era divenuta suo malgrado, l’orsa più popolare del Parco. Mamma record di ben quattro cuccioli, prima, tra i quali il compianto Juan Carrito, morto investito pochi mesi fa, era diventata di nuovo mamma. Celebre il suo ultimo filmato che l’aveva ripresa un paio di giorni fa assieme ai suoi due cuccioli nel centro di San Sebastiano.

Che fine faranno i cuccioli dell’orsa Amarena?

“Una perdita enorme per il Parco e per l’intero Paese”. Ribadisce Sabatini. Sì perché ora, mentre l’emozione della incredibile perdita è ancora forte, ci si interroga sulla sorte dei suoi piccoli. “Dove sono?” In balia di qualsiasi pericolo, umano o animale che sia, il futuro dei due cuccioli è più che mai incerto. Anche per questo, Sabatini sta proseguendo la perlustrazione delle aree dove quella che era una famigliola felice si era fatta vedere negli ultimi giorni.

“La speranza, conclude Sabatini, è che questa immane tragedia possa insegnare qualcosa a chi, residenti o istituzioni, vivono questi meravigliosi territori. Perché la salvaguardia di quella che rimane la sottospecie di orso bruno più rara del pianeta, torni ad essere priorità per tutti”.

Mentre il viaggio di Sabatini continua, ecco tuonare alcuni spari. “Sono arrivato ora a Gioia dei Marsi (L’Aquila) e ho contato almeno 6 colpi di fucile da caccia in rapida successione. Un peccato e un pericolo per la fauna selvatica tutta”.

“Sino a tarda notte sono stato a San Benedetto dei Marsi, teatro dell’uccisione di Amarena perché avevo notato uno strano movimento di pattuglie di carabinieri e guardie del Parco. Intuizione che si sarebbe rivelata esatta dato che, proprio in quei momenti, erano circa le 22:30, alcuni residenti avevano avvistato i cuccioli”, racconta a “Il Quotidiano del Lazio”, il giornalista, fotografo naturalista Remo Sabatini.

“Evidentemente, come pensavo, i piccoli terrorizzati e spaesati, avevano continuato a frequentare San Benedetto dei Marsi cercando la mamma. Così ho seguito le diverse pattuglie senza dare intralcio alle ricerche cui ho partecipato – prosegue Sabatini – Sino a quando, ormai era mezzanotte, carabinieri e guardie del parco non hanno deciso di fermarsi nel parcheggio del cimitero del paese, poco fuori il centro abitato.

Lì, hanno fatto alzare in volo un drone dotato di sensori di calore cosi da tentare di localizzarli. I piccoli, infatti, dovevano essere catturati senza l’ausilio di anestetici così da evitare loro problemi di salute. La ricerca è andata avanti per diverso tempo con il sottoscritto presente. Al momento, non vi sono notizie ufficiali che possano confermare l’avvenuta cattura o meno”, conclude Remo Sabatini.

Articolo in aggiornamento.

*La foto dalla pagina Facebook del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Redazione

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