Ambiente

Pericolo orsi: le loro abitudini e cosa fare per evitarli

È senza dubbio uno degli animali selvatici più imponenti che possiamo ammirare tra le montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Con i suoi 200 kg di peso e quasi due metri di altezza l’orso è tra le creature più strabilianti delle nostre terre e sebbene siano di indole spesso pacifica è importante conoscere alcune regole fondamentali in caso di avvistamento o peggio, di attacco di un orso.

Il caso di cronaca della morte di un giovane runner in Trentino proprio a causa dell’aggressione di un orso, ha nuovamente sollevato l’attenzione sulla necessità da parte dell’uomo di adottare tutte le forme di attenzione possibile per evitare tragici eventi come quello dei giorni scorsi.

Vediamo quali sono le accortezze in caso di avvisamento di orsi.

Orso Marsicano, le cose da sapere quando si passeggia nei boschi

La prima, fondamentale informazione da tenere a mente è che l’orso naturalmente teme l’uomo e se ne mantiene a distanza. Dunque è improbabile che sia lui ad avvicinarsi per primo, più facile che siamo noi esseri umani che incautamente ci addentriamo nel loro territorio.

Lo dimostra il fatto che ad oggi non è noto alcun caso di aggressione all’uomo da parte di un orso marsicano, tutti i casi di cronaca documentati riguardano gli orsi che si trovano sulle Alpi.

Se dovessimo imbatterci in un orso e notiamo che si solleva sulle zampe posteriori teniamo bene a mente che non è un gesto di minaccia, l’esemplare sta semplicemente valutando la situazione perché un orso non ha una buona vista.

Orso Bruno Marsicano

Orsi e cuccioli, attenzione alle distanze

Come accade per tutti gli animali selvatici, certe situazioni possono essere più pericolose di altre perché stimolano l’istinto di difesa. In particolare una femmina d’orso insieme ai suoi piccoli fa il possibile per difenderli da un potenziale pericolo. Attenzione perché il fatto che noi non siamo un potenziale pericolo lo valuta mamma orsa non conoscendo le nostre intenzioni, dunque mai avvicinarsi ed eventualmente indietreggiare lentamente.          

Eccezionalmente un orso potrebbe simulare un attacco, ma senza entrare in contatto fisico, solo per spaventare e farci allontanare: è una possibile normale reazione di fronte a una presenza non gradita.

Rifiuti abbandonati sono il principale motivo di avvicinamento degli orsi

Può capitare che vi siano orsi che per varie ragioni frequentano ambienti di vita e di lavoro dell’uomo. Spesso l’abbandono di rifiuti e cibo richiamano gli esemplari più coraggiosi o più affamati. Non date mai da mangiare ad animali selvatici e non abbandonate mai cibo e altri rifiuti organici nel bosco e nelle sue vicinanze, né nei pressi di rifugi. Tutti i rifiuti devono essere riportati a casa, oppure depositati in bidoni della spazzatura non accessibili alla fauna. È molto importante che gli orsi non associno fonti alimentari con la presenza umana, perché questo accentuerebbe i motivi di contatto.

L’orso, infatti è un animale onnivoro, anche se la sua dieta è costituita per l’80% da vegetali ma la scarsità di cibo e l’abbandono degli avanzi possono rivelarsi una combinazione pericolosa.

Orsa e cuccioli

Mamma guarda, un orso!

Evitare di imbattersi in un orso non è poi impresa difficile, infatti basterà continuare a parlare o fare rumore per impedire che l’animale si avvicini. Se avete la fortuna di intravedere l’orso in lontananza, arrestatevi e rimanete fermi ad osservarlo. Non avvicinatevi mai a meno di 100 metri di distanza.

Se invece, per qualche motivo l’orso vi avvicina o peggio vi aggredisce non dovete scappare. Certo è senza dubbio più facile a dirsi che a farsi ma ricordate che un orso corre veloce come un cavallo e sa arrampicarsi sugli alberi, difficilmente la fuga si rivelerebbe una buona strategia. Piuttosto, gli esperti consigliano di rimanere immobili e se vi tocca allora distendetevi a terra a faccia in giù, coprendovi il collo con le mani. Rialzatevi solo quando l’orso non sarà più nei paraggi e segnalate l’accaduto al Parco e ai Carabinieri-Forestali.

*Immagini dal sito del Parco Nazionale d’Abruzzo

Redazione

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