“Quel calcio a Willy non lo riesco a dimenticare. Un calcio caricato poggiandosi a un palo, dato con la pianta del piede e capace di far finire a terra in un istante il mio amico, colpito al torace. Io ero lì, a due metri di distanza. Ho visto Willy rialzarsi subito, poi le botte erano talmente tante, c’era il caos, che non ho visto più nulla”.
A parlare stamane, 9 settembre 2021, è un testimone che depone innanzi alla Corte di Assise del Tribunale di Frosinone nel corso della nuova udienza del processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. Willy è il 21enne di origini capoverdiane massacrato e ucciso barbaramente a Colleferro, in provincia di Roma, un anno fa.
“Ho sentito la macchina con i fratelli Bianchi arrivare a forte velocità e la gente urlare ‘Sono arrivati i Bianchi’ – continua – Il più alto dei fratelli ha colpito Willy dando inizio a una aggressione che al massimo sarà durata 30 secondi al massimo. Ho rivisto il mio amico quando era ormai a terra, le persone lì intorno spaesate”, ha aggiunto Mosetti. (Ago/ Dire)
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