Il corpo carbonizzato rinvenuto ieri su un terrazzo a Roma ha ora un’identità e una storia. Da alcuni giorni i vicini di una famiglia della Camilluccia, precisamente in via Fani, avvertivano un forte cattivo odore proveniente dalla casa dei dirimpettai. Avevano pensato fossero i cani, della spazzatura accumulata, o della semplice sporcizia. Ma l’odore si faceva sempre più acre. Finché non hanno deciso di chiamare la polizia.
Quello che gli allarmati vicini, pensavano fosse un piede, che sbucava da un tappeto arrotolato, lo era davvero.
La proprietaria di casa, 60 anni, e gravi disagi psichici, ha confessato che il marito aveva un tumore e una volta deceduto naturalmente lo avrebbe vegliato per giorni e infine bruciato sul terrazzo. Forse con una sorta di pira indiana.
Il marito, uomo riservato, di origini slovene, è stato carbonizzato e poi avvolto in un tappeto. Il fascicolo aperto contro la signora è di soppressione di cadavere.
Il corpo carbonizzato dell’uomo non nasconderebbe dunque un delitto, ma forti disagi psicologici, aggravati forse dallo stato di lockdown e solitudine in cui molte persone, soprattutto non più giovani, si sono ritrovate in queste ultime settimane. Proseguiranno le indagini sul corpo carbonizzato per accertare che non ci siano state forme di violenza sull’uomo in vita.
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