Cronaca

Roma, matrimoni in calo del 30%. E le coppie preferiscono il rito civile

Matrimoni a Roma: una questione ormai per pochi. Sì perché evidentemente, al contrario di quanto soleva usarsi in passato i romani stanno iniziando a perdere una tradizione che si rinnova da viversi secoli. Inoltre, secondo le statistiche il rito civile è preferito dalle coppie di innamorati, rispetto a quello religioso.

E’ dunque questo il nuovo modo di intendere i matrimoni, con un numero di coppie che decide di accompagnare l’esperienza religiosa, drasticamente diminuito. A sostenere, in altre parole, che il matrimonio religioso avrebbe perso appeal in questi ultimi anni, i dati elaborati dall’Ufficio Statistica del Comune di Roma. Questo, annualmente, effettua una stima concreta delle coppie sposate, e dunque anche divorziate, presenti in città.

I dati

Lo scorso anno il numero dei matrimoni, calcolando quelli celebrati in Chiesa e quelli celebrati in Comune, sono stati in tutto 6.434. Se si tiene presente invece il dato relativo al 2013, si scopre per esempio che dieci anni fa, a sposarsi erano stati in 8.187. Un netto calo, registrato a metà strada: nel 2018, quando si erano riscontrate circa 7.300 celebrazioni.

Certo, si deve tener presente quanto avvenuto nel 2020, quando per motivazioni legate alla pandemia, il numero di coppie ad effettuare entrambi i riti era stato di gran lunga inferiore.

C’è però d’altro canto da considerare che lo scorso anno, nonostante il ritorno alla normalità, nella Capitale sono state 4.514 coppie a scegliere il rito civile, distinguendosi da quelle che invece avevano optato per quello religioso. In tutto, per questa seconda opzione, sono state registrate 1.920 “adesioni”. Significa, in termini percentuali, che il 70% degli sposi opta per il matrimonio in Comune e il 30% per quello in chiesa.

Il cambiamento negli anni

Andando a riguardare le statistiche dei decenni precedenti si scopre che se dieci anni fa era il 56% dei romani optare per il sacramento cattolico, andando ancora più indietro con le lancette e con il calendario, salta fuori che a metà anni novanta i dati facevano registrare un ampio riscontro da parte dei matrimoni religiosi: a sceglierli infatti era il 65% delle coppie. Ne deriva dunque che la percentuale dei matrimoni civili non superava il 35%.

L’età media

Evidentemente però il matrimonio è anche una questione d’età. La maggior parte degli sposi che nel 2022 hanno deciso di pronunciare il fatidico “Sì”, sono state coppie aventi tra i 40 e i 49 anni. Pochi invece i giovani con un’età tra i 25 e i 29 anni. Molto pochi, se non pochissimi, i giovani che hanno compiuto il grande passo con un’età al di sotto dei 25 anni. Le motivazioni possono risiedere in diversi aspetti. Per più di qualcuno si trattava di seconde nozze, avvenute dopo una separazione. Per altri le motivazioni sono state da riscontrare in alcune incertezze dettate dalla società attuale, e dalle scarse risposte che spesso arrivano dal mondo del lavoro.

Le unioni civili

Si consideri inoltre che al di là dei matrimoni tra uomo e donna, ci sono le unioni civili, celebrate  tra persone dello stesso sesso. Lo scorso anno sono state in totale 243. Una statistica che non comprende realtà familiari esistenti, ma che non figurano né tra le categorie di coppie sposate, né di coppie unite civilmente.

Simone Fabi

Giornalista pubblicista, ha lavorato come redattore e volto del telegiornale di TCR, una delle emittenti pioniere del mondo televisivo privato della capitale. E' una delle firme più apprezzate nei settori costume e spettacoli. Attualmente scrive di attualità.

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