Politica

Rifiuti di Roma, Lombardi: Impianto Colleferro dimostra che inceneritore è evitabile

Sarà in piedi entro il 2025. Come, promette il sindaco Gualtieri, la prima linea del termovalorizzatore di Roma. Ma, a differenza di questo, non brucerà i rifiuti indfifferenziati tritovagliati o trattati: ne estrarrà biometano (dalla fermentazione della matrice organica) e materie prime secondarie, recupererà l’andride carbonica (anche questa da impiegare nelle industrie e non solo), il tutto senza emissioni e in discarica andrà una piccolissima percentuale di scarti.

Nella prima settimana di novembre la Regione Lazio otterrà dalla società canadese Anaergia il progetto definitivo di un sistema impiantistico che riceverà ogni anno 250mila tonnellate di rifiuti urbani e che verrà realizzato in project financing a Colleferro, sui terreni della Lazio Ambiente che attualmente ospitano i due inceneritori prossimi allo smantellamento. Stessi rifiuti in ingresso ma destini e tecnologie diverse: recupero di materia ed estrazione di biocarburanti contro recupero di energia.

Il compound di Colleferro, alternativa al termovalorizzatore di Gualtieri

Certo, non si parla delle 600mila tonnellate del termovalorizzatore che dovrebbe essere costruito a Santa Palomba ma il “compound di Colleferro” dimostra che esiste nel Lazio un’alternativa percorribile all’iniziativa di Roma Capitale. Ne è ancora di più convinta l’assessora regionale alla Transizione Ecologica, Roberta Lombardi, che, alla luce di questa novità, ha ribadito all’agenzia Dire: “Il termovalorizzatore non è assolutamente una strada inevitabile.

Come abbiamo sempre sostenuto e come sostiene l’Europa con le nuove direttive e raccomandazioni che sta via via emettendo, anche perché il recupero di materia sta diventando un’impostazione strategica per tutte le filiere industriali. Molte realta produttive hanno interrotto la produzione proprio per mancanza di materie prime secondarie e pensare di incenerire materie preziose anziché riutilizzarle è folle”.

Il sindaco di Roma dovrebbe prendere spunto da questa soluzione per sostituire in questo modo il termovalorizzatore? “Assolutamente sì- spiega Lombardi- Per me dovrebbe essere un progetto da prendere ad esempio. Ricordo sempre che i super poteri sui rifiuti che l’allora governo Draghi volle conferire al commissario per il Giubileo sono ‘neutri’, nel senso che questi poteri sono sull’impianstisitica ma non parlano espressamente di realizzare un inceneritore.

Gualtieri sia coraggioso e si assuma la responsabilità politica di ritornare sulla scelta dell’inceneritore, che forse andava bene 30 anni fa ma oggi è obsoleta, e di andare verso un’impiantistica che sia più in linea con i dettami europei. Una gestione dei rifiuti fatta secondo questa impostazione serve alla città e alla regione, non ai 5 Stelle”.

Però dal Campidoglio sostengono che le tecnologie alternative al termovalorizzatore siano sperimentali: “Mi fa tenerezza chi ragiona in questo modo. Se l’essere umano avesse ragionato con questo approccio staremmo ancora all’età della pietra e ogni forma di progresso sarebbe rimasta nella sperimentazione. Nel 2023 la tecnologia è andata notevolmente avanti, prendiamo questi impianti sperimentali e trasformiamoli in industriali come si fa con ogni prototipo.

Ci sono impianti della filiera del recupero di materia che ancora non esistono a Roma né nel Lazio: per i tessuti, i raee, quelli per la trasformazione plastica in materie prime seconde o in elementi da cui estrarre prodotti base per la produzione industriale, il recupero dei pannolini, quelli per produrre biodiesel dagli olii vegetali e di cui in Regione abbiamo approvato la sperimentazione a Tivoli. Senza dimenticarci cosa significherà tutto questo in termini di sviluppo economico e lavoro a fronte dello zero sviluppo economico e pochi posti di lavoro del termovalorizzatore”.

Regione Lazio punta sul recupero della materia, Roma sul termovalorizzatore

Nel Lazio si assiste a due politiche diverse sulla chiusura del ciclo dei rifiuti: la Regione punta su un impianto di recupero di materia, Roma Capitale sul termovalorizzatore. E’ una conseguenza dell’assenza del M5S nella maggioranza capitolina? “Quando fu adottata la scelta di non sedersi al tavolo col centrosinistra alle elezioni di Roma – continua Lombardi – ero in dissenso con la linea della mia forza poltiica e i fatti mi hanno dato ragione, come purtroppo è accaduto altre volte su Roma.

Sono sicura che se fossimo stati dentro la maggioranza in Campidoglio l’inceneritore non si sarebbe fatto. Quando Pd e M5S sono stati insieme a governare l’Italia col ‘Conte Bis’ hanno realizzato le politiche più progressiste della legislatura”. Adesso che nel Lazio si sta accelerando su una reale alternativa al termovalorizzatore, questo “contrasto” potrebbe aumentare le difficoltà di alleanza col centrosinistra per le prossime regionali? “Penso il contrario.

“Col centrosinistra in Regione realizzato piano rifiuti che bandisce inceneritori”

Proprio l’avere realizzato col centrosinistra un piano rifiuti che bandisce gli inceneritori come soluzione per la Regione, tanto che Roma per realizzarlo ci ha dovuto scavalcare attraverso il commissariamento del governo, e il fatto che stiamo finanziando tutti gli impianti di economia circolare sono la prova che quando lavoriamo insieme non con un approccio ideologico ma sui termini delle questioni, funzioniamo e troviamo le migliori politiche sui rifiuti per i nostri cittadini”.

Proprio per questo “io non voglio che il tema dell’inceneritore sia al centro del dibattito politico – ha concluso Lombardi – Perché ognuno avrebbe i suoi irrigidimenti, anche per non ammettere eventuali errori. Mettendo invece la questione su termini concreti di costi, tempi, efficienza e rispetto dell’ambiente chiunque si rende conto che non è una soluzione adeguata”. (Mtr/ Dire) 

Redazione

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