Categorie: Cronaca

Sciopero infermieri il 23 febbraio, prestazioni sanitarie a rischio

Da mezzanotte a mezzanotte. Il 23 febbraio, per ben 24 ore, sciopereranno gli infermieri e le altre figure del comparto sanità del Servizio Sanitario Nazionale. Lo faranno per dissentire verso le politiche di definanziamento del fondo sanitario nazionale e verso un rinnovo contrattuale, atteso da ben nove anni, che sa di presa in giro. E che sperava di cavarsela solo con un aumento medio di 85 euro (in cambio della deroga ai riposi, dell’assorbimento dello straordinario per i coordinatori, dell’aumento del lavoro supplementare per i part time, dell’aumento della quota individuale di straordinario per i tempo pieno, della negazione del diritto alla mensa per i turnisti, dello spostamento dei fondi dal salario fisso a quello variabile, della precarietà degli incarichi, della non esigibilità di diversi istituti contrattuali per il personale turnista, ecc). Gli infermieri scenderanno in piazza “per una battaglia di civiltà” come ha affermato Antonio De Palma, il presidente di Nursing Up (uno dei sindacati dei professionisti), durante una intervista a Nurse Times. 

Una battaglia che vuole ottenere “l’avanzamento di categoria da D a DS, i quattro giorni previsti per l’aggiornamento professionale, la possibilità di svolgere l’attività di libera professione anche ai dipendenti di aziende pubbliche”. Non sono soliti a mettere in atto forme di protesta di questo tipo, gli infermieri. Per tanti motivi. Di conseguenza, per i cittadini, i disagi potrebbero essere molti. Anche perché qualora non venissero ascoltati, i professionisti sanitari continuerebbero con la loro rimostranza, oramai sfiniti dall’attesa infinita di un contratto dignitoso e non più disposti a aspettare un riconoscimento sociale/economico che sembra non voler arrivare mai. E ciò nonostante le competenze (di fatto, da tanti anni, gli infermieri sono professionisti laureati e iscritti a un Albo), le responsabilità e i salti mortali per tappare i buchi di una sanità sempre più allo sbando. La protesta, appoggiata da diversi Ordini professionali di categoria e dalla presidente della Federazione Nazionale degli Ordini Professionali Barbara Mangiacavalli, avrà luogo in piazza Santi Apostoli a Roma.

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