E’ la via Tiburtina la zona più inquinata di Roma, seguita da piazza Enrico Fermi all’Eur e dall’ex aequo delle zone di Cinecittà e Acqua Bullicante. Questa la “classifica” ottenuta dalle rilevazioni delle centraline di Arpa Lazio: il dato emerge da uno studio compiuto dall’Università Lumsa in collaborazione con il Messaggero, che ha analizzato i numeri giornalieri delle 14 centraline sparse sul territorio della Capitale dal primo gennaio 2019 al 31 dicembre 2023.
Un totale di 25.564 dati che hanno riguardato i diversi agenti inquinanti presenti nell’aria di Roma. Dunque via Tiburtina ha fatto registrare in media 36 sforamenti, con la punta massima nel 2020 (46). Sono 23 invece gli sforamenti di piazza Fermi, mentre 19 quelli di Preneste e Cinecittà. “Le cose vanno bene, soprattutto se facciamo paragoni con altre città del Nord o aree del Centro Italia che presentano tassi di inquinamento maggiormente costanti.
In più le rilevazioni del 2022 e del 2023 segnano un miglioramento della qualità dell’aria testimoniato dal minor numero di blocchi del traffico”, ha spiegato il professor Antonello Maruotti, ordinario di Statistica e docente di Big Data Analitics. “Ricordiamo che il valore limite giornaliero di Pm10 è di 50 microgrammi per metro cubo da non superare più di 35 volte l’anno”, ha ricordato Maruotti. (Red/ Dire)
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