Categorie: Sport

SS Lazio, allo Stadium vince la Juve: decidono Tevez e Bonucci

Dallo Stadium arrivano due notizie. La prima: la Juventus è imbattibile. La seconda: anche la Lazio di Pioli è umana. E si ferma a otto vittorie consecutive, mancando l'aggancio alla scia della squadra di Eriksson.

La sconfitta per 2-0 a Torino non lascia dubbi: la squadra di Allegri è stata superiore, dal 1' al 90' Felipe Anderson e compagni ci hanno provato. Senza riuscrici, senza creare una chiara chance da gol. Colpa di chi? Di nessuno. Perché lo strapotere bianconero è apparso evidente. 

Da salvare solo i primi dieci minuti, che hanno illuso più di un supporter capitolino. Senza Candreva, Mauri guida l'attacco insieme a Klose e Anderson. Il trittico s'intende bene, pressando alto. Pirlo viene circoscritto in 20m, entro i quali non riesce a orchestrare la manovra juventina. Alla lunga la pressione si allenta, Mauricio e Cana iniziano a vacillare – in assenza di de Vrij i limiti dei centrali di scorta s'evidenziano -, poi arriva l'errore che decide la partita. Al 17' l'elastico difensivo non è puntuale, Vidal spizza per Tevez che da solo batte Marchetti. Da quel momento in avanti sarà supremazia bianconera. 

Tanto che 11' più tardi Bonucci raddoppia: ancora una volta la mediana laziale si fa infilare, Mauricio e Cana pasticciano, lasciando all'ex Bari la porta spalancata: tiro destrorso e Marchetti viene ancora infilato. La batosta pesa, la Lazio sparisce e osserva la Juventus palleggiare. Così i nervi si tendono e come dice Caressa in telecronaca "si vedono più che calci che calcio". La prima metà si chiude così, fra uno sgambetto e un'espressione tesa, quella di un impotente Pioli. 

Il tempo passa in fretta e spesso porta via i cattivi penieri. NOn accade nell'intervallo, poiché il copione messo in campo cambia poco. La JUventus s'abbassa sul pressing ossessivo dei capitolini, ma di spazi liberi non c'è neanche l'ombra. Anderson costantemente tripilicato, Mauri e Klose inghiottiti dal tridente difensivo bianconer. Anche Candreva – che sostituisce Braafheid, relegando Lulic basso a sinistra – non scuote la gara. L'esterno di Tor de Cenci mette pepe alla manovra eppure non si smuove la casella dei tiri in porta, su cui si legge uno zero impetoso.

Come senza pietà è la Juventus, che non cala il tris ma difende arcignamente il doppio vantaggio. Difende, appunto, perché la Lazio gioca almeno 30' del secondo tempo nella metà campo avversaria senza mai riuscire a incidere. Un paradosso, considerando la forza dell'attacco biancoceleste. Pioli butta in mischia anche Keita – al posto di Mauri – ma nulla si muove. L'unica emozione prima del 90' la regala un folle intervento di cataldi, che abbatte Tevez e prende il rosso diretto. Peccato di gioventù, che gli costerà l'assenza contro il Chievo la prossima settimana. 

Le prove generali per la finale di Coppa Italia non sono andate benissimo. Ancora una volta la Lazio esce ridimensionata dalla sfida contro la Juventus. Dopo oltre due mesi di vittorie. Uno schiaffo che ricorda a Pioli di dover continuare a lavorare. Per il secondo posto – che domani la Roma può riprendersi in caso di vittoria contro l'Atalanta – e per la finalissima di Tim Cup. Una sertaa storta capita a tutti, anche alla squadra più in forma del campionato. 

Ora arriva la prova del nove: questa Lazio dovrà dimostrare di sapersi rialzare contro il Chievo. Con il proprio pubblico, ritrovato, al suo fianco. 

Redazione

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