Solo ieri, 13 ottobre, i lavoratori della stazione sciistica del monte Terminillo esprimevano forti dubbi sulla ripresa degli impianti per le attività sportive invernali. Dubbi dovuti al caro energia e alle scarse nevicate.
Le preoccupazioni, rivelatesi fondate, degli operatori sono state raccolte in un articolo di un quotidiano locale. “Sarebbe la quarta (volta ndr.) dopo le chiusure per il Covid e quella dell’anno scorso per mancanza di neve”.
A distanza di 24 ore arriva la conferma proprio dal titolare della Funivia Terminillo, Flavio Formichetti, che da sempre gestisce gli impianti di risalita. “La decisione è stata presa già lo scorso anno – spiega Flavio Formichetti – ma poi, seppur con ritardo, ho risposto all’invito del Comune andare incontro alle esigenze degli operatori della stazione montana nonostante i problemi e l’assenza di neve. Ora però non esistono più le condizioni per andare avanti”.
A pesare sulla decisione, che al momento viene data come definitiva, anche i rincari energetici.
“Lo scorso anno ho ricevuto una bolletta di 16 mila euro mensili. Da ottobre stimo di pagarne 60 mila più l’innevamento e il lavoro tecnico: una situazione non più sostenibile, lo ripeto. Inutile illudere gli appassionati di sci e i collaboratori che saremmo stati in grado di iniziare e terminare la stagione. Con questa situazione non si può correre il rischio di mettere a repentaglio gli equilibri economici dell’azienda”.
Formichetti dichiara essere aperto al dialogo con le Istituzioni del territorio: “Sentiamo eventualmente cosa propone la nuova amministrazione comunale con la quale non ho avuto ancora contatti ma l’orientamento è per il no”. Al Comune di Rieti, dunque, spetta ora l’arduo compito di prendere una decisione per cercare di evitare una chiusura o provare a rilanciare il turismo montano, fortemente provato dalla pandemia e dalle scarse nevicate degli ultimi anni.
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