Animali nei circhi, Valmontone: leone frustrato va su e giù

Ci si spezza il cuore vedere un animale che è il simbolo dell’orgoglio, soffrire in tale maniera

Sono trascorsi quasi due anni da quando denunciammo la triste realtà degli animali nei circhi, prendendo spunto da un tendone piantato a Valmontone (Rm), di una famiglia appartenente a una grande dinastia circense italiana. Questi giorni un altro circo si è attendato in via della Pace, in uno spazio nel territorio di Valmontone. Questa volta il circo è quello di Moira Orfei, che è stata il simbolo dello spettacolo circense in Italia. Purtroppo, ancora una volta le immagini davanti ai nostri occhi hanno mostrato uno stato di scarsa sensibilità verso gli animali tenuti in queste strutture.

In una piovosa giornata di novembre, un qualcosa da lontano ha richiamato la nostra attenzione, un essere vivente, un animale si muoveva in modo anormale, chiuso in una piccola gabbia, camminava avanti e indietro, su e giù, in modo automatico, senza tregua. Era un felino, il più grande dei felini, un leone, il re della foresta ridotto in quello stato di reclusione, senza avere nessuna colpa, con l'unico scopo di far divertire l'uomo.

Ci si spezza il cuore vedere un animale che è il simbolo dell'orgoglio, soffrire in tale maniera. Non possiano più accettare che gli animali vengano utilizzati per il divertimento umano. La detenzione, l'addestramento non sono compatibili con le caratteristiche etologiche degli animali stessi. Tenerli in spazi inadeguati alle specie, genera comportamenti anormali, disturbati, movimenti ripetitivi causati dalla frustrazione.

Isolati, reclusi camminano avanti e indietro, non hanno altro posto dove andare, sono frustrati, stressati, annoiati, con un desiderio represso di libertà. Anche gli elefanti mostrano sintomi di stress, impiegando circa il 60% del loro tempo a muovere avanti e indietro gli arti incatenati. Altre specie roteano la testa.

Cosa è cambiato in materia di tutela degli animali nei circhi da un anno a questa parte?

Un passo in avanti è stato realizzato con la legge approvata nel novembre 2017 per il "graduale superamento della presenza degli animali nei circhi".

Anche in Italia, secondo la legge, non si potranno più utilizzare animali in circhi e spettacoli viaggianti, come già succede in oltre 50 Paesi di tutto il mondo. Nonostante ciò, la norma non assicura un termine preciso entro cui verrà bandita definitivamente la presenza di animali nei circhi. Siamo uno degli ultimi Paesi che accettano gli spettacoli circensi con gli animali, un vergognoso atteggiamento anti – culturale.

Lo Stato finanzia i circhi con i nostri contributi

Lo Stato finanzia i circhi, versa contributi pubblici per il mantenimento degli animali, circa 5,5 milioni di euro l'anno (nostri soldi). Nel 2017, 250.000 euro sono stati elargiti a circhi poi denunciati per maltrattamenti nei confronti di animali. Il pensiero di un circo senza animali senza dubbio preoccupa chi lo gestisce, poiché verrebbero meno i finanziamenti statali. 

"Vigileremo perché il superamento sia effettivo e perché 'graduale' non diventi il pretesto per lasciare tutto com'è a tempo indeterminato", hanno dichiarato gli animalisti. Carla Rocchi, presidente dell'ENPA (Ente nazionale per la protezione degli animali) manifesta preoccupazione: "Il testo approvato in Parlamento mostra una formulazione vaga e priva di contenuto.

La palla ora passa al Governo: auspichiamo che l'esecutivo riempia il vuoto del testo normativo fissando tempi definiti e criteri certi per la dismissione degli animali dai circhi. All'esecutivo chiediamo di allineare il nostro Paese a tutti quelli che hanno già detto no allo sfruttamento degli animali nei circhi, ma di tener conto della stragande maggioranza degli italiani, il 71% dei quali chiede un provvedimento di civiltà".

Cosa può fare un semplice cittadino per far valere la propria insofferenza verso il circo che usa animali?

Intanto potrebbe rivolgersi al proprio Comune per indurlo a far approvare un'ordinanza restrittiva contro l'attendamento di circhi con animali. Anche se spesso il Tar accoglie il ricorso del circo e il provvedimento viene annullato – perché un Comune non può vietare ciò che a livello nazionale è del tutto legale, e riceve addirittura sussidi dallo Stato – facendo attenzione al contenuto dell'ordinanza, per esempio ponendo delle restrizioni che indichino dei requisiti minimi per la detenzione degli animali (misure dei recinti, ecc…) si possono ottenere risultati migliori. 

 

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