Bassetti: “Bollettino? Numeri fuorvianti. I tamponi vanno fatti solo ai sintomatici”

“Mettere insieme chi entra in ospedale con la polmonite da Covid e chi entra con un braccio rotto e ha un tampone positivo, non è corretto”

Matteo Bassetti

Matteo Bassetti

Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, è intervenuto nel corso della trasmissione Restart 264, su Cusano Italia Tv, esprimendosi sulla situazione attuale legata al Covid. L’infettivologo, nello specifico, si è scagliato contro il bollettino giornaliero, per lui inutile sia per i medici, sia per la popolazione. Al centro del dibattito anche la variante Omicron e i tamponi anti-Covid.

“Il bollettino non serve a nessuno e dà informazioni fuorvianti”

“Tutto quello che ho sentito negli ultimi giorni – afferma Bassetti – mi fa pensare che qualcuno al Ministero della Salute sia particolarmente affezionato ad un bollettino giornaliero che non serve a nessuno. Non serve ai medici perché non dà informazioni mediche e non serve alla popolazione perché dà informazioni anche molto fuorvianti.

Nessuno dice che bisogna fare una censura come qualche giornale ha detto interpretando male le mie parole. Io vorrei che i numeri vengano dati in modo che servano a qualche cosa, così come sono dati servono solo a stimolare ansie e a mettere insieme mele, pere, arance e meloni. Noi avremmo bisogno di un report che ci dicesse quanti dei positivi giornalieri sono veramente nuovi positivi perché il dato che arriva dal Ministero prende tutti i tamponi positivi e non dice se qualcuno che è positivo oggi era positivo anche ieri”.

“Non abbiamo il numero reale di contagiati”

“C’è una quantità enorme di duplicazione di soggetti. Ci sono persone – prosegue – che fanno due tamponi al giorno tutti i giorni, quelli vengono contati, quindi non abbiamo il numero reale di contagiati. Inoltre il bollettino non specifica quanti sono asintomatici e quanti sintomatici, quanti stanno a casa e quanti in ospedale. Il report dei ricoveri ospedalieri è anacronistico ormai dopo 700 giorni.

 Mettere insieme chi entra in ospedale con la polmonite da Covid e chi entra con un braccio rotto e ha un tampone positivo, non è corretto perché i due non hanno lo stesso peso sugli ospedali. Poi non viene specificato chi è vaccinato, chi non è vaccinato, chi è vaccinato con tre dosi. O i numeri li diamo bene oppure meglio non darli se servono solamente a soddisfare l’edonismo di qualche burocrate romano”.

Omicron e tamponi

“Omicron? Dobbiamo vivere questa nuova fase, con il 90% di vaccinati, in maniera diversa rispetto al passato. Con la variante omicron la malattia è più blanda, somiglia più ad un’influenza e ad un raffreddore, questo avviene nella maggior parte dei casi.

È chiaro che se tutto questo succede dobbiamo convivere con il virus, dovremo continuare ovviamente ad avere i posti letto in ospedale per gestire chi si ammala, ma dobbiamo vivere in maniera diversa, non continuare ad essere terrorizzati, a fare milioni di tamponi agli asintomatici. Questa è una visione completamente errata che sta facendo il male dei pazienti e il bene del virus, perché ci sta tenendo in scacco.

O noi diventiamo proattivi e gestiamo noi il virus oppure continueremo a farci governare dal virus ed è un errore clamoroso. Abbiamo creato la sindrome da Covid, ma psicologica, gli italiani sono terrorizzati dai tamponi oggi non dalla polmonite. I tamponi vanno fatti solo ai sintomatici” conclude l’infettivologo.

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