Carcere di Cassino, detenuti simulano impiccagione e sequestrano poliziotti

“Nel carcere di Cassino, analoghi eventi si sono già verificati, anche se non si era mai arrivati al sequestro dei Poliziotti”

Divisa di agente di polizia penitenziaria

“Ieri sera, in una sezione del carcere San Domenico di Cassino, in provincia di Frosinone, c’è stato un allertamento per un tentativo di impiccagione da parte di un detenuto, ma era una trappola. L’agente di Polizia Penitenziaria del turno notturno, si è precipitato nella sezione del carcere, ma è stato subito aggredito dai tre detenuti stranieri che gli hanno sottratto le chiavi”.

Sindacato FP CGIL Polizia Penitenziaria

Lo comunica il Coordinatore regionale Ciro Di Domenico della FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Per fortuna il Poliziotto è riuscito a dare l’allarme via radio. Due scorte di rientro in Istituto dalle traduzioni effettuate e gli altri colleghi in servizio, sono intervenuti fuori della Sezione e pare sia stato allertato anche il personale del GOM. La situazione però è rientrata relativamente in poco tempo grazie all’intervento dei colleghi che sono  riusciti a convincere i detenuti a riconsegnare le chiavi e a liberare i Poliziotti”.

Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Nel carcere di Cassino, analoghi eventi si sono già verificati, anche se non si era mai arrivati al sequestro dei Poliziotti. E’ il segno di un clima teso che stanno vivendo tutte le carceri italiane, esasperato dalla mancanza di personale di Polizia Penitenziaria che non consente una regolare copertura dei posti di servizio. Di certo non giova nemmeno il modus operandi del Comandante del carcere che secondo noi dovrebbe essere avvicendata visti i numerosi eventi critici.

Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE)

“Si è trattato di un episodio gravissimo – denuncia il segretario nazionale per il Lazio del SAPPE, Maurizio Somma – I problemi di sicurezza del carcere di Cassino sono aumentati da alcune settimane, in coincidenza con l’arrivo nella struttura di alcuni detenuti particolarmente aggressivi.

I fatti

Ieri sera (24 aprile, ndr) verso le 20 un detenuto della Seconda Sezione ha simulato in cella un tentativo di impiccamento ma, una volta entrati nel locale alcuni poliziotti penitenziari per sventare l’evento, questi proditoriamente si è impadronito delle chiavi dalle mani dell’Agente e ha bloccato il personale nella cella.

Il detenuto aveva nell’altra mano una lametta, nascosta. Subito sono intervenuti altri poliziotti, anche fuori servizio, perché il detenuto aveva aperto altre celle i cui occupanti, responsabilmente, non hanno aderito a questa violenta protesta rimanendo all’interno dei locali. Si è quindi riusciti a liberare i colleghi e sgominare il sequestro lampo degli Agenti di servizio. Sono stati momenti di grande tensione, gestiti con sangue freddo e professionalità dai poliziotti penitenziari, sintomatici della reale situazione penitenziaria.

“Impunità dei detenuti violenti”

Basta! Non siamo carne da macello e non si può più tollerare tutta questa impunità di cui godono i detenuti violenti”. Netta la denuncia di Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Stiamo assistendo giorno dopo giorno all’inesorabile sfascio di un istituto che soltanto fino a qualche anno fa era un’eccellenza nel panorama nazionale”.

Il leader nazionale del SAPPE esprime solidarietà ai poliziotti sequestrati a Cassino ed è impietoso nella sua denuncia: “Il personale di Polizia Penitenziaria purtroppo quotidianamente gestisce gravi eventi critici di ogni tipo: aggressioni, colluttazioni, ferimenti, così come le risse ed i tentati suicidi dei detenuti sono purtroppo all’ordine del giorno.

Occorre un “nuovo modello custodiale”

Importante e urgente – prosegue – è prevedere un nuovo modello custodiale. Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori.

“Nuove assunzioni, nuovi strumenti di operatività”

Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai precedenti vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia. Confidiamo dunque che ora si vedano finalmente fatti concreti”. (Com/Sim/ Dire)