Caro affitti: tendopoli alla Sapienza. Valditara: “solo dove governa la sinistra”

Il caro affitti strozza la città, gli studenti piazzano le tende all’Università e la politica si rimbalza le responsabilità

Roma, palazzi in via Nazionale

A Roma, Milano, Torino, Cagliari, Padova, Pavia e Bologna, i ragazzi si accampano con le tende davanti i Rettorati per gridare il loro dissenso per il caro affitti che li travolge.

Una protesta più che legittima, sacrosanta. Il rincaro degli affitti per gli universitari fuori sede è un problema oggettivo che sta attirando di fronte agli Atenei i giovani di tutta Italia. A Pavia gli studenti dell’Udu, l’Unione degli universitari, pianteranno le loro a Piazza Da Vinci.

Gli studenti di Padova saranno di fronte a Palazzo del Bo, a Perugia a Piazza Italia, dalle ore 16. Nella città di Milano, la protesta proseguirà di fronte al Politecnico con la Terna Sinistrorsa. Ulteriori iniziative dell’Udu sono previste nei prossimi giorni anche a Bologna.

Per arginare la questione non basta più agire sugli studentati. Per ottenere più posti letto servirebbe invogliare i privati a calmierare i prezzi e ad orientarsi su affitti a lunga gittata, ma non è chiaro come si potrebbe intervenire in merito. Tutte le ipotesi al vaglio che per ora scatenano la bufera.

Al momento, infatti, affittare la propria abitazione ai turisti, mediante piattaforme online, appare molto più sicuro e redditizio. Per questo motivo il sistema fiscale dovrebbe intervenire per favorire anche gli affitti più lunghi.

La politica non perde occasione per alzare i toni; invece di unirsi e trovare soluzioni, s’infiamma. Lo scontro politico tra il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e i sindaci di centrosinistra pare acceso.

Il diritto allo studio diventa ideologizzato. Come se potesse appartenere alla sinistra o alla destra. Una follia tutta italiana dove il politico di turno al governo o all’opposizione spreca energie per screditare l’ avversario o per difendersi e butta via l’ennesima occasione per individuare progetti condivisi.

È l’istruzione ad uscirne sconfitta, a braccetto con la meritocrazia. Perché uno studente, sballottato sui treni e privo di alloggio, affannato a risolvere questioni economiche, non potrà di certo dare il meglio di sé di fronte a una Commissione di Esami. E sarà la sua preparazione a risentirne.

Caro affitti, destra e sinistra si rimbalzano le responsabilità ma nessuno cerca soluzioni

Intanto scoppia il caso politico:  il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che a Sky dichiara: “Io credo che il problema del caro affitti sia grave, ma tocchi le città governate dal centrosinistra.”

“Evidenzio come nelle città dove ci sono gli accampamenti degli studenti non siano state attivate dalle giunte comunali politiche a favore dei giovani e degli studenti per offrire loro un panorama abitativo decoroso”.

Arriva con una nota a risposta del Pd tramite la responsabile scuola Irene Manzi: “Il caro affitti è un problema grave. Un governo serio si assumerebbe la responsabilità di affrontarlo invece di scaricare le responsabilità contro i Comuni guidati dagli avversari politici“. E continua: “Il Ministro dell’Istruzione dovrebbe sapere bene che nel PNRR ci sono 960 milioni di euro per gli alloggi dedicati al diritto allo studio. Procedano con urgenza e incrementino in modo significativo le risorse a sostegno del fondi affitti per gli studenti fuori sede”, conclude Manzi.

L’irritazione si fa sentire anche al Ministero dell’Università dove non è gradita al Ministro Anna Maria Bernini la contrapposizione con le amministrazioni locali che è di sicuro controproducente per il raggiungimento di un accordo. Il Ministro dell’Università invita dunque con saggezza a stemperare le polemiche. ‘’Per questa ragione non possiamo perdere tempo, dobbiamo dare risposte subito, ponendoci in una posizione di ascolto e non di contrapposizione”lo scrive sui social.

Solleciata da ‘Il Giornale’ aggiunge: “con il governo abbiamo già messo in legge di bilancio 400 milioni in più extra PNRR, ma è solo un primo passo”.  

Studiare fuori sede è un lusso

I dati confermano che oggi cercare casa a Roma è diventata un’impresa, per l’affitto di una stanza servono in media 500/ 700 euro. Gli studenti fuorisede sono 40 mila, un terzo di tutta la popolazione dell’Ateneo.

Gli strumenti che la Regione mette a disposizione tramite il contributo alloggi e le borse di studio sono scarsi. Per non parlare di città come Milano dove i costi di un affitto salgono ai 1000 fino ai 1500 euro.

L’Onorevole Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia assicura a ‘Controcorrente’ su Rete 4 , ai microfoni di Veronica Gentili, che 60.000 posti letto sono in arrivo e che al denaro stanziato nel PNRR e ai 400 milioni extra per l’emergenza abitativa, sono stati aggiunti altri 500 milioni per le borse di studio. Donzelli ritiene che il Ministro Bernini aprirà serie trattative con il Consiglio Nazionale degli Studenti. 

Sul tema interviene anche la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, dalla città di Umbertide, per un’iniziativa a sostegno del candidato sindaco Sauro Anniboletti: “Siamo vicini alle studentesse e agli studenti che stanno protestando contro il caro affitti. E’ diventato impossibile per loro trovare una casa e questo incide sul diritto allo studio che è fondamentale nel nostro Paese”.

“Il Pd – ha detto ancora la segretaria – continuerà a spingere per convincere il governo a tornare indietro sull’errore madornale che ha fatto, cancellando il fondo per gli affitti, 330 milioni di euro”. 

Per i sindacati servono fondi a favore dei Comuni

La congiuntura economica delicata che vive il nostro paese, incide sulle case. Da anni il tema degli alloggi era scomparso dall’agenda politica ed è giunto il momento di riportarlo al centro della scena.

Se è vero che le Regioni hanno la potestà legislativa per il diritto allo studio, è innegabile che questo tema sia di competenza del Ministero Dell’Istruzione.

Secondo la Cgil e il Sunia “occorre istituire dei fondi a favore dei Comuni per cofinanziare l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi, a partire dal patrimonio invenduto degli enti previdenziali, di aziende pubbliche e private fallite sino ai beni confiscati alla mafia”