Castel San Pietro Romano, uno dei borghi più belli d’Italia

Nel 1953 venne girato il film “Pane, amore e fantasia” di Luigi Comencini

Se si ha voglia di un weekend fuori porta alla scoperta delle ricchezze d’Italia, il Lazio ne offre di particolari, come il borgo di Castel San Pietro Romano. Con 880 abitanti e situato sulle estreme propaggini occidentali dei monti Prenestini, Castel San Pietro Romano fa parte dei Borghi più belli d’Italia. Gioiello architettonico d’età medievale, ha catturato l’attenzione di italiani e turisti grazie alla balconata che si affaccia su Roma e al Museo diffuso in tutto il centro storico. Nel 1953 venne girato il film “Pane, amore e fantasia” di Luigi Comencini, con Gina Lollobrigida, Vittorio De Sica e Marisa Merlini.  

Anche secondo il Corriere della Sera, cresce sempre di più il turismo nei piccoli borghi, bellissimi e affascinanti, di cui il nostro Paese è disseminato. Un viaggio da Nord a Sud per scoprire l’Italia più nascosta, quella dei piccoli centri, con meno di 14 mila abitanti. Abbiamo intervistato il Sindaco di Castel San Pietro Romano, Gianpaolo Nardi.

Castel San Pietro è tra i borghi più belli d’Italia: quando avete presentato l’iscrizione e perché avete ottenuto questo ambito riconoscimento?

“Lo abbiamo ottenuto dal Comitato scientifico del Club Borghi più belli d’Italia che è una costola dell’ANCI e che seleziona i borghi che aspirano al riconoscimento. Esistono dei requisiti molto rigidi a cui attenersi e dei controlli periodici di qualità. Noi abbiamo candidato Castello nel luglio del 2015 tramite una delibera del Consiglio Comunale ed il percorso è durato due anni durante i quali si sono fatti interventi importanti di riqualificazione come il rifacimento delle facciate del centro storico, il parco giochi, la passeggiata di via V. Veneto, l’avvio della raccolta differenziata rimuovendo i circa 50 cassonetti. E’ difficile entrare a far parte del Club dei Borghi più belli d’Italia e sono al massimo 250 quelli certificati. Nell’ottobre 2017, dopo che qualche borgo ha perso la certificazione, abbiamo ricevuto la visita ufficiale del Comitato scientifico, il Vicepresidente del Club. Sono rimasti due giorni ed hanno richiesto all’Amministrazione la rendicontazione degli investimenti. Dal 2016 abbiamo il Museo diffuso col restauro del Borgo. Esiste una direzione scientifica ed a Palazzo Colonna abbiamo istituito il Centro per le visite guidate. Il 21 novembre 2017 è arrivata la bella notizia di essere stati scelti a pieno titolo, senza prescrizioni. Sicuramente questo riconoscimento lo avremo per tre anni e lo vorremmo mantenere per sempre. Siamo stati inseriti sulla pagina FB dei borghi più belli con 89.000 visitatori, mentre il sito ufficiale ne annovera più di un milione. I risultati si sono visti con i ristoranti pieni alla domenica e nelle festività. Anche la stampa si è accorta di noi: il Messaggero, Repubblica (“Sapere e sapori” 2018). La Rai, canali 1 e 2, è venuta varie volte: siamo stati scelti da Easy driver del Tg2. Nel Lazio sono solo 17 i borghi più belli e nell’area metropolitana di Roma Capitale solo quattro”.

Quali monumenti vedere a Castel S.Pietro?

“Il Borgo, la stupenda Rocca dei Colonna  del IX sec. d.C. che ospita d’inverno il presepe artistico realizzato dalle Associazioni e dai volontari della  Pro Loco (è aperto per un mese), le fantastiche mura poligonali che in questo momento stiamo bonificando, la Parrocchiale dedicata a San Pietro Apostolo con importanti affreschi, il monumento naturale della valle delle Cannuccetta. Al Senato siamo stati premiati nelle prime 100 eccellenze italiane come Amministrazione virtuosa tra i Comuni ricicloni. Il binocolo posizionato il 16 luglio 2016 sul belvedere è stato utilizzato da 4000 persone”.

I prodotti tipici di cui vantarvi?

“Il  ‘giglietto’ ha ottenuto grandi riconoscimenti al Salone del Gusto del 2014 e dal CRAL è stato inserito nella rete slow food  come prodotto artigianale slow (lento) insieme a 172 Paesi di tutto il mondo. Anche dall’estero richiedono il giglietto che può anche essere ordinato online perché i forni di Castello e Palestrina si sono attrezzati. Inoltre abbiamo i piatti tipici della cucina romano-montana: gnocchi a coda de sorica, pasta e fagioli, spezzatino, carne alla brace”.

Cosa chiede ai cittadini?

“Grazie per il grande senso civico nella raccolta differenziata e di essere ambiziosi dei riconoscimenti ottenuti in questi anni. Bisogna avere la forza di lavorare in rete perché abbiamo una storia importante da esportare e, nonostante Castello sia piccolo, è ormai un punto di riferimento nel Lazio”.    

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