Cinzia Pellegrino (FdI): “Lottiamo dalla parte delle vittime e degli ultimi”

“Lottiamo dalla parte delle vittime e degli ultimi: questa è la destra che ho in mente per un’Italia migliore”, parola di Cinzia Pellegrino

Cinzia Pellegrino

Cinzia Pellegrino

Lottiamo dalla parte delle vittime e degli ultimi: questa è la destra che ho in mente per un’Italia migliore”

La candidata al Senato di “Fratelli d’Italia”, coordinatore nazionale del Dipartimento tutela vittime, da sempre si batte contro ogni mafia e segue da vicino il processo contro gli assassini di Willy Monteiro: “Lo Stato deve far sentire di più la sua presenza per prevenire episodi e situazioni di violenza radicati sui territori”.

C’è una Destra attenta ai diritti delle vittime di violenze, soprusi, malagiustizia, malasanità. E non da ultimo anche ai diritti degli animali. Un modello che calza a pennello al profilo di Cinzia Pellegrino. Classe ’75, romana di adozione, si autodefinisce una “conservatrice rivoluzionaria”.

“La mia passione politica è emersa già dalle superiori, dove prima ho ricoperto il ruolo di rappresentante di classe e poi mi sono candidata alla rappresentanza d’Istituto. Nel 2001, con le liste di Azione Universitaria, sono stata eletta rappresentante al CUS dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, risultando la prima donna a ricoprire questo incarico nonché la donna eletta con il maggior numero di preferenze in assoluto.

Dopo gli studi ho continuato il mio attivismo politico, prima in Alleanza Nazionale, poi nel PDL e, nel 2012 ho deciso di seguire Giorgia Meloni nella fondazione di Fratelli d’Italia. Inizialmente ho presieduto al ruolo di Responsabile Provinciale del Dipartimento tutela Vittime, fin quando, nel 2016, sono giunta ad esserne nominata Coordinatore Nazionale.

Cos’è il Dipartimento Vittime?

“Per me il Dipartimento non è una spilla da portare sul petto ma uno strumento per compiere la mia missione: portare nel mondo un cambiamento, combattendo ogni giorno per la tutela dei diritti umani”.

In queste elezioni Cinzia è candidata con Fratelli d’Italia al Senato della Repubblica nel collegio plurinominale Lazio P02.

Dal processo al clan Spada a quello ai fratelli Bianchi di Colleferro, assassini del giovane Willy. La campagna elettorale non l’ha sottratta dal suo ruolo di difensore civico dalla parte delle vittime…

“Assolutamente. Anzi, questa corsa elettorale mi ha dato lo stimolo a lavorare ancor di più su questioni che seguiamo da tempo, come l’emergenza sicurezza e criminalità a Ostia e Colleferro. Riguardo ad Ostia, come ho avuto modo di commentare a caldo, posso dire che con la richiesta dell’ergastolo nel processo bis per i componenti del clan Spada trova un seguito nel virtuoso progetto di giustizia per liberare il litorale romano dal marchio infame delle associazioni a carattere mafioso.

Tengo a sottolineare che sono molto legata a questo territorio, perché è il quartiere della Capitale in cui vivo e proprio per questo ritengo indispensabile incrementare la presenza dello Stato in queste zone, restituendo alle forze dell’ordine più risorse sia in termini di personale, sia di strumenti che di formazione. Questo progetto è particolarmente caro a Fratelli d’Italia, che ne ha fatto uno dei punti del suo programma di Governo ed ha reso la legalità il principio cardine della propria azione politica. Uno Stato presente ed efficiente è il miglior strumento di contrasto alla criminalità organizzata”.

Colleferro invece è divenuta città simbolo di un martire: il giovane Willy Monteiro. Qual è il suo pensiero al riguardo?

“Ho seguito da vicino nel corso di questi due anni l’evolversi della tragica vicenda che ha visto l’uccisione nella maniera più violenta e atroce di un ragazzo innocente. Per questo anzitutto voglio rivolgere un abbraccio affettuoso alla mamma Lucia ed ai familiari di Willy. In aggiunta posso solo augurarmi che non venga in alcun modo accolto il ricorso dei fratelli Bianchi, che andrebbe a decurtare la loro pena.

La condanna giusta per loro è l’ergastolo, già peraltro confermato dalla Corte d’Assise di Frosinone. Le loro pericolosità e crudeltà, infatti, sono emerse anche in altri processi, come quello per il pestaggio di un uomo indiano e quello per spaccio di sostanze stupefacenti. Questi assassini, che non si sono mai pentiti, non devono avere una piacevole permanenza in carcere tra fumetti e pesi, ma devono scontare in maniera seria la loro pena per aver messo fine ad una giovane ed innocente vita”.

Continuando a parlare di diritti ma in questo caso degli animali, in questa campagna elettorale l’abbiamo vista impegnata anche al fianco della Sfattoria degli Ultimi. Che storia è stata?

“A questa vicenda si arriva attraverso due fondamentali passaggi precedenti che non tutti conoscono. Il primo è una pessima delibera della giunta Zingaretti, fondata su un DPCM di aprile del Governo Draghi che introduceva norme così costrittive e, a nostro giudizio, dozzinali, del tutto poco attente ai diritti degli animali e che danno risposte superficiali alla tutela della salute. Il M5S su questo tema sta facendo campagna elettorale, ma se avesse voluto cambiare il decreto o calibrarlo meglio avrebbe potuto farlo perché, a differenza nostra, era al Governo.

La Sfattoria rappresenta anche un caso di pessima interpretazione della norma e di accanimento burocratico: nessuno di questi animali, intanto, ha dimostrato di essere positivo al virus; nessuno di loro è destinato al macello e la struttura stessa del rifugio non consente alcun contatto con l’esterno. Speriamo di aver contribuito ad aprire gli occhi delle persone, e in questo caso anche dei giudici, su un processo che ha dentro tanta sciatteria e scarsa considerazione da parte di quegli esseri umani che si sono spacciati forse con troppa agilità verbale come i custodi della responsabilità e in qualche caso, bontà loro, addirittura come i migliori”.

Andando oltre queste tre storie simbolo, che vedono il territorio laziale particolarmente sollecitato, che campagna elettorale è stata quella che si va concludendo?

“È stata molto avvincente e speriamo che sarà anche vincente. L’impegno profuso in piena estate dalla nostra leader Giorgia Meloni, fino al più giovane dei militanti, è stato encomiabile. Abbiamo anche dovuto fronteggiare un’ondata d’intolleranza al limite della violenza verso ogni nostra iniziativa, la cui responsabilità morale va fatta ricadere senza alcun dubbio su quella sinistra che ha soffiato sul vento di odio politico nei nostri confronti per demonizzarci a meri fini elettorali.

Il rischio è invece molto grave: qualche squilibrato o degli esaltati potrebbero commettere un gesto irreparabile e anche mietere vittime innocenti. Lancio un appello a queste forze politiche perché si abbassino i toni e, soprattutto in queste ultime ore che ci separano dall’apertura dei seggi elettorali, si torni a discutere di programmi e contenuti, come da sempre chiesto da Fratelli d’Italia. Noi continueremo a preferire un confronto civile e democratico e a parlare di proposte per un’Italia migliore”.

Daniele Priori