Debiti e Anomalie Bancarie? Come evitare di finire in Tribunale

L’intervista ad Antonio Augello, presidente di Tutela in Azione, sulla risoluzione strategica dei debiti e anomalie bancarie

Anomalie bancarie

L’intervista ad Antonio Augello, presidente di Tutela in Azione, Associazione NO PROFIT e innovativo network di assistenza legale operativo in Italia e all’estero. Parliamo di Analisi e Tutela Anomalie Bancarie.

Dottor Augello, in tema di Analisi Anomalie Bancarie: come possiamo risolvere queste controversie?

“La crisi economica degli ultimi anni, causata anche all’espolosione della bolla immobiliare, ha favorito l’insorgere di numerose controversie tra banca e cliente legate all’applicazione illegale da parte degli istituti di credito, di tassi usurari o ultralegali.

Le strade per poter arrivare ad una soluzione non necessariamente devono prevedere l’apertura di un procedimento giuidiziario. Si può arrivare a degli accordi a saldo e stralcio, oppure gestire il debito con piani di rientro o consolidamnto dello stesso. Chiaramente nel caso in cui non si arrivi a nessuna soluzione soddisfacente per il nostro assistito, si dovrà agire in giudizio”.

Come interviene Tutela in Azione nello specifico?

“La prima fase è quella dell’analisi preliminare della documentazione, si tratta di una fase importantissima per determinare la convenienza per il nostro assistito nei confronti dell’istituto bancario. Facciamo risparmiare al nostro assistito delle somme importanti, in quanto verifichiamo se si debba andare avanti o meno. Se riteniamo necessaria la perizia definitiva, cioè quella che va in giudizio, ci avvaliamo dei nostri avvocati e iniziamo un vero e proprio contenzioso in tribunale. Con delle possibilità di vittoria moto, molto elevate”.

I professionisti di Tutela in Azione sono specializzati anche in Recupero Crediti. Quali strategie adottano?

“Le strategie di recupero sono personalizzate, per ogni singola fattispecie andiamo ad individuare il giusto metodo di recupero. Ci rivolgiamo ai privati e alla piccole aziende in difficoltà nell’effettuare questa operazione e offriamo costi bassi. Infatti è fondamentale definire i costi per arrivare al recupero del credito. In molti casi potrebbe succedere che non ci siano i presupposti economici per agire in tale direzione. L’imperativo è che il debitore sia solvibile, e per fare questo mettiamo a disposizione il nostro staff per esaminare visure, acquisire informazioni in loco, informazioni patrimoniali e commerciali della banche dati”.

Attualmente qual è la situazione finanziaria ed economica causata dalla crisi sanitaria da Covid-19?

“In questo momento anche noi siamo in trincea in attesa di affrontare le conseguenze economiche della crisi sanitaria causata dal Covid-19. Sappiamo della sospensione fino al 30 giugno 2021 dei pignoramenti sulla prima casa e questa sorta di pausa ci permette di studiare ancora meglio le possibili soluzioni per i nostri assistiti quando terminerà il blocco dei pignoramenti. Anche le banche hanno subito effetti negativi vedendo crescere i crediti incagliati o ormai deteriorati.

Per avere un riferimento numerico, pensiamo che prima del Covid c’erano già 325 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi da recuperare e 246 miliardi di sofferenze bancarie. A cui si sommano 79 miliardi di crediti incagliati. Ci aspettiamo perciò banche molto aggressive per tentare il recupero ma potranno essere ben contrastate da definizioni a stralcio più favorevoli per il debitore. Quindi questo è il periodo migliore per prendere in esame la posizione dell’assistito e formulare la migliore strategia difensiva”.

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