Insonnia, parla l’esperto: ecco i rischi per chi dorme poco e male

“Chi dorme poco e male non ha i livelli di attenzione e vigilanza adeguati e non ha la capacità di operare adeguate scelte e decisioni”

donna nel letto con cuscino sulla testa

Insonnia (Immagine di repertorio)

Come riportato da SkyTg24, in occasione della Giornata mondiale del sonno, è intervenuto Luigi Ferini Strambi, professore ordinario di Neurologia presso l’Università Vita-Salute di Milano e direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’Irccs Ospedale San Raffaele. L’esperto si è espresso sui rischi legati al fenomeno dell’insonnia. Le persone che ne soffrono in tutto il mondo, infatti, sono circa 790 milioni.

Insonnia, l’esperto: “Livelli di attenzione e vigilanza inadeguati per chi ne soffre”

“Chi dorme poco e male non ha i livelli di attenzione e vigilanza adeguati e non ha la capacità di operare adeguate scelte e decisioni. Paradossalmente il paziente insonne durante il giorno non ha sempre sonnolenza, anzi, a volte è molto attivo pur avendo dormito poco. Se però lo sottoponiamo a un compito che prevede di operare delle scelte non è in grado di eseguirle. L’insonnia difatti comporta un aumentato rischio di incidenti stradali, cadute, errori e incidenti sul lavoro“.

“Gli insonni utilizzano molto di più le risorse sanitarie rispetto a chi dorme bene”

“Inoltre – ha aggiunto Ferini Strambi -, il peso socio-economico dell’insonnia è altissimo, solo in Europa è pari a 50 miliardi di euro in costi diretti. Per quanto riguarda l’organismo ci sono rischi aumentati di ipertensione arteriosa, di diabete mellito, di riduzione delle difese immunitarie, di patologie psichiatriche come disturbi d’ansia e depressione, di obesità. A tal punto che diversi studi hanno dimostrato che gli insonni tendono ad utilizzare molto di più le risorse sanitarie rispetto a chi dorme bene.

Su questo, uno studio condotto in Cina durante la pandemia ha sottolineato che i soggetti ‘buoni dormitori’ rispetto agli insonni vengono ricoverati di meno in terapia intensiva. Questi, inoltre, hanno una degenza ospedaliera ridotta”, ha concluso.