La Regione Lazio è la prima in Italia per la parità retributiva tra i sessi

Oltre alla parità retributiva va detto che nella Regione Lazio le donne sono il 70% di chi ha perso il lavoro a causa delle restrizioni

Regione Lazio, Parità retributiva

Parità retributiva

Il Lazio è la prima regione in Italia ad approvare (nella commissione lavoro del Consiglio Regionale del Lazio) una proposta di legge per la parità retributiva, che verrà presto portata in aula alla Pisana per la definitiva approvazione. A presentarla la presidente della commissione lavoro, Eleonora Mattia.

La parità tra i sessi, quasi una chimera

Da anni si parla di parità tra sessi, un tema che coinvolge vari campi della nostra società, tanto da essere associato anche tra i principali obiettivi dello sviluppo sostenibile, come riportato nell’ Agenda 2030 delle nazioni unite.

Nei secoli scorsi, prima con il movimento delle suffragette e poi con gli altri che si sono succeduti nel corso della storia, le rivendicazioni per i diritti della donna sono state portate in primo piano nel mondo dell’opinione pubblica, passando dalle piazze, ai comizi fino ai parlamenti.

Era il 1890 quando Anna Kuliscioff, esponente del partito socialista, porta all’attenzione il tema della parità salariale tra uomo e donna, durante un comizio:

Solo col lavoro equamente retribuito o retribuito almeno al pari dell’uomo, la donna farà il primo passo avanti ed il più importante, perché soltanto col diventare economicamente indipendente, essa si sottrarrà al parassitismo morale e potrà conquistare la sua libertà, la sua dignità ed il vero rispetto dell’altro sesso.”

La condizione femminile nel lavoro

Oggi, nel 2021, nonostante il mondo femminile abbia raggiunto tantissimi traguardi, questa problematica dell’ambito lavorativo è ancora un ostacolo.

Il risultato di queste disparità sono la presenza minoritaria di donne in alcuni posti di lavoro, primo fra tutti il Parlamento italiano oppure la presenza di una maggioranza femminile solo nei casi in cui la manodopera è sottopagata.

La pandemia ha accentuato queste percentuali, aumentando anche i licenziamenti tra cui si riscontra una maggioranza nell’ambito di quelli riguardanti le donne.

Questi problemi sono stati messi al centro di alcune discussioni, svoltesi all’interno del Consiglio Regionale del Lazio e che hanno portato alla proposta di un disegno di legge che garantisca pari retribuzioni salariali ad entrambi i sessi.

A chiedere a gran voce l’approvazione della legge, Eleonora Mattia (Pd) presidente della commissione Lavoro e Pari opportunità.

La proposta di legge di Eleonora Mattia

La giornata di oggi (22 Marzo), in altri tempi, si sarebbe definita una vittoria per tutte le donne. Non mi sento di affermarlo. Oggi è la giornata in cui bisogna fare rumore. Tanto rumore. Perché la pandemia, purtroppo, ha accelerato alcune dinamiche già presenti e la vera sfida sarà ricostruire puntando a correggere le storture, a partire dalla riduzione delle diseguaglianze economiche e di genere”

Come dichiarato da lei stessa infatti, in un lungo post su Facebook, il Covid ha accentuato le problematiche già presenti nel mondo del lavoro: già nel campo della medicina, principale protagonista di questa situazione, una donna medico guadagna circa 35mila euro all’anno mentre un uomo raggiunge la cifra media di 52mila euro.

Dall’analisi degli stipendi degli altri mestieri, si riscontra sempre lo stesso distacco che molte volte, è di gran lunga superiore a quello dell’ordine dei medici.

La pandemia sta bruciando cinque anni di crescita dell’occupazione e a farne le spese sono soprattutto le donne.

Quindi, con la proposta di legge si vuole garantire parità retributiva tra i sessi insieme alla permanenza, il reinserimento e l’affermazione delle donne nel mercato del lavoro, promuovendo inoltre una cultura organizzativa e non discriminatoria delle imprese con una valorizzazione delle competenze delle donne, un’equa distribuzione delle responsabilità di cura familiare e un’equa rappresentanza dei generi nell’accesso agli organi amministrativi.

Lavoro stabile e di qualità

Il tutto tramite lo stanziamento da parte della giunta regionale di 7,66 milioni di euro per il triennio 2021-2023, di cui 1,5 milioni destinati a favorire l’occupazione femminile stabile e di qualità per il biennio 2021-2022, tramite contributi per le piccole e medie imprese che assumono donne a contratto indeterminato e 300 mila euro per il reinserimento sociale e lavorativo di donne vittime di violenza, per il triennio 2021-2023. Tra i vari finanziamenti, 60 mila euro saranno invece destinati alla “Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro”.

Tutti i membri della commissione e gli assessori hanno approvato la proposta di legge.

Marco Vincenzi

Tra le varie dichiarazioni anche quella del Presidente del gruppo consiliare del Partito Democratico Marco Vincenzi:

Un paese davvero civile è un paese dove uomini e donne hanno gli stessi diritti e le stesse opportunità, anche dal punto di vista economico e salariale. E’ una questione di giustizia… nel Lazio le donne hanno rappresentato il 70% di coloro che hanno perso il lavoro a causa delle varie restrizioni imposte per il contenimento del contagio, non possiamo più non affrontare un tema così importante…”

La proposta di legge n. 182 è quindi un segnale forte e chiaro che la giunta regionale vuole dare in risposta alle condizioni di lavoro in cui spesso si ritrovano ad operare le donne.

Ovviamente, siamo di fronte al primo tassello di un lungo percorso che dovrà coinvolgere tutti i partecipanti alla società: dai cittadini ai membri del mondo politico.

Da Anna Kuliscioff ai firmatari della 182, sono passati molti anni. Ora bisogna accorciare i tempi e garantire quei diritti che la società contemporanea dovrebbe già avere.

Articolo di Marta Giorgi, Disegni di Chiara Giorgi

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