La regola del gioco

di Mariagloria Fontana

Sin da bambini ci insegnano che una società civile è fondata su delle regole: quelle della buona educazione, quelle sportive, le regole dei giochi da tavolo, quelle della segnaletica stradale, le regole del viver comune e numerose altre di vario genere. Le regole spesso esistono proprio per delimitare l’esuberanza di taluni che, pur avvertiti, le infrangono per il puro piacere di farlo, della trasgressione.

Tuttavia le regole mantengono in piedi molti equilibri, qualche volta precari, come quelli delle relazioni amorose e di certa società, tanto per tornare a citare il capolavoro di Jean Renoir che ha ispirato il nostro titolo. Le regole più intriganti sono proprio quelle che non compaiono in alcun manuale: ‘le regole non scritte dell’amore’. Beninteso, esigerebbero uno studio da anacoreta, basti pensare che si tramandano oralmente, di voce in voce, di amica in amica. La più nota, la più popolare, in quanto racchiude una verità fondamentale, è la seguente: “non credere mai a quello che un uomo dice quando giace con te nell’alcova”.

Badate bene, questo vale prima,durante e dopo l’orgasmo. In sintesi è applicabile a qualunque uomo sia più o meno visibilmente ‘eccitato’. Quelle che pronuncerà in tale stato, saranno, sempre e soltanto, mere parole. Siamo già a conoscenza di quanto gli uomini per loro stessa natura siano menzogneri, affabulatori nati. L’arte retorica e l’ oratoria sono virtù che gli uomini coltivano da millenni. Protagora e Gorgia erano uomini. Mina l’aveva cantato in: ‘Parole,parole,parole’ mentre la voce profonda e sexy di Alberto Lupo cercava di dissuaderla recitando da contraltare. Mister Little, uomo di 50 anni non aveva mai avuto una relazione duratura e ha iniziato a discettare di come non potesse fare a meno della sua amata, che frequentava in quel periodo da circa quattro mesi, sovente preda della passione che li consumava. Ogni volta era la medesima storia: l’uomo non telefonava, non inviava un solo sms, non un incontro incipiente. Puntualmente lei tornava da lui. Poi un giorno, inopinatamente, Mister Little ha iniziato a inseguire la ‘ragazza perbene’. Senza un motivo apparente. Qual era la molla che aveva scatenato il repentino cambiamento? Lasciarlo fare aveva scatenato in lui il desiderio di stabilità? Forse: chi la dura la vince?

Probabilmente la ‘regola’ era che, talvolta, in un rapporto a due si deve semplicemente attendere. Spesso, però, si aspetta inutilmente Godot, convinte che, prima o poi, arriverà; ma, d’altro canto, altre volte si ricevono ricchi premi e cotillon inattesi. Le regole non scritte dell’amore hanno infinite possibilità e varianti impreviste. È molto più facile studiare le meccaniche celesti, cantate da Franco Battiato, e la problematicità di ‘due corpi celesti’ circondati dalla loro atmosfera che comprendere due persone che vivono nella loro sfera.

Giuseppe, operaio di 29 anni, aveva una relazione con Valentina, 28 anni laureata in scienze motorie, tutto filava liscio fino a quando, dopo ben cinque anni, l’ha lasciata. Un bel giorno, trascorsi quattro mesi dalla fine della storia con Valentina, Giuseppe si è innamorato di Sara e l’ha sposata dopo soli due mesi. La regola avrebbe implicato che conducesse al talamo la storica fidanzata e non una ragazza che sembrava ‘di passaggio’, una meteora, ma le relazioni non comportano per loro carattere, mendace siamo d’accordo, alcuna certezza cui appigliarsi. Forse un consiglio che potremmo associare alla parola ‘regola’ e che porta bene il più delle volte (ecco che vale il calcolo delle probabilità) è il seguente: il terzo appuntamento è cruciale, mai svelarsi prima né raccontare dei propri trascorsi amorosi e sessuali, a meno di non voler apparire una ‘vamp’, una bomba sexy, il che comunque non aiuta, perché non spinge il corteggiatore ad una possibile ‘frequentazione’, specie se siete desiderose che diventi una ‘relazione stabile’, perché, puntualmente, se lo vorrete come papabile ‘fidanzato’(perdonatemi ‘l’arcaismo…), vi vedrà solo come indomabili conquiste e, finito il gioco del ‘tira e molla’, sparirà.

Ricapitolando: l'uomo parla anche troppo in determinate situazioni, stimolato da una certa contingenza, mentre la donna farebbe meglio a parlare poco, il necessario, talvolta anche a tacere, almeno all'inizio della conoscenza, a limitarsi al 'detto non detto', come nel gioco della seduzione del 'vedo-non vedo'. Salvo poi scoprirsi gradualmente e svelare tutti i trucchi: ciglia finte, exstension, capelli tinti, tacchi di 14 cm che ci fanno sentire competitor di Elle Macpherson, lenti a contatto, trucco della sera prima e quel bustino che ci tiene le tette su su, fin sotto il mento. È difficile, ma ne trarrete le vostre belle soddisfazioni. L’amore è come un dolce ben fatto, ci vuole cura e le dosi sono fondamentali, anche se non è detto che ci traghetti necessariamente verso una buona riuscita. Potrebbe comunque risultare indigesto.

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