Prosegue il caso degli operai in nero nell'azienda del padre del vicepremier Luigi Di Maio. Dopo le ulteriori rivelazioni dei lavoratori alla trasmissione televisiva "Le Iene". Ora sarebbero quattro gli operai che hanno lavorato senza essere regolarizzati, non più solo uno, e si parla anche di una causa intentata da un dipendente per farsi risarcire del danno subìto a causa del trattamento illegale.
Secondo alcune indiscrezioni, provenienti da esponenti grillini alla Camera, il vicepremier avrebbe avuto una lite con il padre, Antonio. Un acceso diverbio durante il quale si sarebbe scagliato contro il genitore con un lapidario: "Mi hai mentito". I dubbi, o i sospetti, sfiorerebbero anche lo stesso vicepremier che in passato ha lavorato come muratore nell'azienda paterna.
Alla domanda delle Iene: "Può mostrarci i contratti dell'epoca"?, Di Maio ha risposto: "I versamenti sì, sicuramente, sono stato inquadrato".
Quello che si continua a fare finta di non capire, è che in questo caso la rilevanza politica è nulla. D'altronde, se le 'inchieste' le confezionano trasmissioni tv di questo tipo (e in onda, guardacaso, sulle reti Mediaset) non è che ci sia da aspettarsi molto di più del proverbiale "tutto quanto fa spettacolo".
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