Montefiascone, Aurora. Somministrati ansiolitici in ospedale prima della morte

Alla ragazza era stato somministrato un tranquillante e per oggi, lunedì 17, fissato un appuntamento con il neuropsichiatra

Aurora Grazini, 16 anni, ne avrebbe compiuti 17 a giugno. Sabato 15 si era sentita male, la mamma ha chiamato l'ambulanza ed è stata trasportata all'ospedale di Viterbo in codice verde. Lì il direttore del pronto soccorso constatata che la ragazza è in stato di grande agitazione, un attacco d'ansia. La sedicenne aveva avuto la febbre, da giorni mangiava poco, era debilitata e angosciata. 

Le vengono somministrate 15 gocce di En, un tranquillante e le viene fissata una visita con un neuropsichiata. Visita che sarebbe stata oggi, lunedì 17. La ragazza rientra a casa intontita, raccontano il nonno e i genitori, i quali spiegano che non vuole restare sola, si mette sul divano, e la notte mamma e figlia dormono nel letto insieme. Ma la ragazza invece, all'alba, non respira. 

La'adolescente Aurora stava passando un periodo molto difficile, aveva infatti rotto con il fidanzato, aveva preso un brutto voto, perdeva peso e aveva attacchi di panico. Ma fisicamente, secondo la Asl, nessun problema di salute. 

La salma sarà sottoposta ad esame autoptico per stabilire le cause del decesso, se Aurora abbia ingerito sostanze o se vi sia un problema di salute congenito. Anche la Regione Lazio e il ministero della Salute colllaborano per fare luce sulla vicenda. I festeggiamenti di Carnevale nel paese sono stati annullati. 

In qualsiasi modo si chiarirà questa tragica storia la nostra società e la nostra cultura medica sembrano ancora sorde al fatto che di depressione si possa morire, che il corpo e l'emozione siano legati in modo inscindibile, e che a volte la paura e la disperazione non possono attendere un appuntamento e che il dialogo immediato con una figura competente possono sedare un'emergenza dell'anima.  

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