Nutraceutica e alimenti funzionali: siamo ciò che mangiamo?

La locandina di Apicio è la rubrica di gastronomia di Domenico di Catania, consulente economista e chef

In questa puntata scopriremo come mangiare bene e vivere al meglio. Dopo le “fatiche” culinarie natalizie e con lo sguardo lontano verso l’estate ma essenzialmente alla ricerca una giusta forma fisica e mentale come dicevano i latini “mens sana in corpore sano” oltre alla mia personale ricerca, durante una vita in lotta con il peso in eccesso, di una serie infinite di tipologie di diete mi sono imbattuto in strana terminologia, la “nutraceutica” e incuriosito mi sono chiesto cosa vuol dire ?

Il termine che viene coniato nel 1989 e deve la sua ideazione al dottor Stephen De Felice. La definizione di nutraceutico non può prescindere da una certa tecnologia, infatti, quello che è il moderno mercato dei nutraceutici conobbe il suo sviluppo in Giappone durante gli anni Ottanta, contrastando, seppur solo nella forma, le tradizionali erbe naturali.

La nutraceutica, infatti, studia gli estratti di piante, animali, minerali e microrganismi accomunati da una funzione benefica sulla salute dell’uomo. Intendiamo con nutraceutico un prodotto isolato dall’alimento da cui viene estratto, confezionato spesso come una pillola o un medicinale. Ma vorrei porre l’attenzione sulla esistenza di alimenti nutraceutici.

Gli alimenti funzionali e nutraceutici

Prima di parlare di alimenti nutraceutici, definiamo i cosiddetti “alimenti funzionali”. Diciamo innanzitutto che la terminologia in questo campo si spreca. L’Institute of Medicine della US National Academy of Sciences definisce alimenti funzionali (functional foods) “quegli alimenti che oltre ai loro valori nutrizionali di base, contengono sostanze regolatrici su alcune funzioni vitali in grado di recare benefici fisiologici a chi li consuma”.

Un alimento funzionale deve possedere dei precisi requisiti. Di base, deve essere reperibile, convenzionale, di uso quotidiano, inserito in una dieta abituale. Oltre a ciò, deve possedere ovviamente un livello di componente naturale “benefica” che è di norma assente o minima in altri alimenti. Questa componente deve infine avere un effetto positivo riscontrabile scientificamente.

Al fine di fornire una piccola guida al lettore degli alimenti con caratteristiche funzionali, da cui si ricavano poi i nutraceutici iniziamo con i famosi probiotici, batteri vivi presenti nello yogurt o in prodotti simili, capaci di bilanciare la microflora intestinale.

Ma abbiamo anche i prebiotici, tra cui i frutto-oligosaccaridi, incaricati di influenzare l’attività di specie batteriche della flora intestinale già presenti nel nostro corpo.

Tra gli alimenti legati ai nutraceutici, oltre allo yogurt, c’è soprattutto la frutta e gli ortaggi, ricchi di antiossidanti.

La leutina, utile per la vista, la troviamo negli spinaci, nei cavoli, nei broccoli e nelle uova. La curcumina nel curry e nel pigmento giallo dello zafferano. Nei legumi abbiamo gli isoflavoni. Il lievito di birra contiene aminoacidi, carboidrati, proteine, sali minerali e vitamine. Nella corteccia del pino marittimo troviamo il picnogenolo, utile per la prevenzione di patologie cardiovascolari e malattie dermiche. Nella buccia dell’uva e nel vino, tra i famosi polifenoli, si utilizza il resveratolo.

Nel thè la teanina e la teina.

Come i polifenoli, sono noti i carotenoidi, l’acido folico, le vitamine, i sali minerali, la melatonina, la carnitina e gli Omega3 e parlando di dieta dimagrante gli stessi sono i veri e propri alleati “perdi-peso” che aiutano il metabolismo cellulare svolgendo un’azione positiva anche sugli adipociti, le cellule grasse, facendole svuotare dal loro adipe in eccesso.

Ma come agiscono?

Immaginiamo le nostre cellule come un cerchio in cui all’interno ci sono acidi grassi saturi di origine per lo più animale (formaggi,carne, salumi…). Se dentro una cellula abbiamo 100 pallini di acidi grassi saturi, si attua un’azione negativa sul DNA perché, oltre a essere accumulati, questi grassi orientano il DNA verso un metabolismo più lento. Ma se, attraverso una giusta alimentazione, introduciamo anche una certa dose giornaliera di acidi grassi insaturi Omega-3, i due tipi di grassi entrano in competizione. Più ci sono Omega-3 e più l’azione è positiva. Il risultato di questa competizione sarà un metabolismo più efficiente, perché gli Omega-3 fanno un “massaggio” positivo sul DNA cellulare, portando il metabolismo verso processi migliori per l’intero organismo.

Il mondo animale e quello vegetale sono ricchi di Omega-3. Li troviamo nella frutta secca, nei semi oleosi, nell’olio extravergine di oliva, nei cereali integrali, nei legumi, in vegetali quali l’avocado e nell’olio di semi di lino. Tra gli alimenti del mondo animale, sono presenti in modo particolare nei pesci definiti “grassi”: salmone, pesce spada, sarde, tonno, aringhe. In conclusione, un alimento nutraceutico è una sostanza alimentare dalle comprovate caratteristiche benefiche e protettive nei confronti della salute sia fisica, che psicologica dell’individuo. Si tratta di sostanze e cibi che contengono suddette sostanze concentrate, aventi caratteristiche preventive, riequilibrativi, terapeutiche e protettive a livello psico-fisiologico.

Il consiglio che voglio lasciare ai miei lettori è di approfondire i semplici spunti che ho cercato di dare in questo articolo iniziando a pensare seriamente che la nostra salute e il nostro benessere psico-fisico dipende effettivamente da ciò che si mangiamo.

A tal proposito possono essere utili tre tabelle esplicative sugli alimenti e i contenuti nutraceutici.

Domenico di Catania

Food Consultant

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