Omicidio Mollicone, parla teste chiave nel processo: Serena era in caserma

Uno degli imputati, l’ex luogotenente Vincenzo Quatrale, ha annunciato di voler parlare nelle prossime udienze

lapide tombale di serena mollicone

Lapide tombale di Serena Mollicone, cimitero di Rocca d'Arce

E’ stata una deposizione importante quella della teste italo-brasiliana chiamata a testimoniare nell’aula della Corte d’assise di Cassino nell’ambito del processo per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne uccisa ad Arce nel giugno del 2001.

lapide tombale di serena mollicone
Lapide tombale di Serena Mollicone, cimitero di Rocca d’Arce

Sono cinque gli imputati coinvolti nella morte della giovane ragazza di Arce, in provincia di Frosinone: 

il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco, il maresciallo Vincenzo Quatrale, accusati di concorso in omicidio (quest’ultimo, inoltre, è accusato anche di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi) e il carabiniere Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento.

Deposizione della teste

La teste ha confermato il racconto che le avrebbe confidato la vicina di casa, amica del brigadiere Santino Tuzi. La donna le avrebbe riferito di aver visto la mattina del primo giugno 2001 (giorno della scomparsa e morte della 18enne) Serena Mollicone all’interno della caserma dei Carabinieri di Arce. Una rivelazione chiave per l’impianto accusatorio, che confermerebbe la presenza della ragazza nella caserma, luogo dell’omicidio.

La testimone ha ricordato in aula anche quando avvenne l’incontro con la vicina di casa, amica del brigadiere, che le confessò la presenza di Serena nella stazione dei Carabinieri: si incontrarono e parlarono il giorno del suicidio di Santino Tuzi, l’11 aprile del 2008. “Serena la mattina della scomparsa era in caserma”, ha detto la teste.

La deposizione dell’italo-brasiliana ha confermato anche altre due dichiarazioni della stessa rese agli investigatori nel 2008. La prima riguarda i sospetti che Tuzi nutriva nei confronti di Marco Mottola, figlio del maresciallo Franco Mottola, sospetti inerenti a un suo coinvolgimento nella vicenda, e l’altra sulle ragioni che avrebbero spinto lo stesso Tuzi al suicidio. “Confermo – ha affermato la teste – che secondo la vicina di casa (amica del brigadiere), Marco Mottola era coinvolto nell’omicidio di Serena Mollicone”.

Sempre l’amica di Tuzi, le avrebbe detto inoltre, che Santino si “sarebbe suicidato perché sospettava del coinvolgimento di Marco Mottola, ma soprattutto temeva per sé e per la sua famiglia”.

Chiesto il confronto tra le due donne

L’avvocato che assiste la famiglia Mottola ha sollevato diverse contestazioni alla teste nel corso della sua deposizione, anche secondo i giudici alcune sue dichiarazioni sono apparse in contraddizione con quanto rivelato nelle scorse udienze dalla vicina di casa. E proprio per questo è stato chiesto il confronto in aula, tra le due testi. Deciderà la Corte se procedere in tal senso.

L’imputato Quatrale ha annunciato di voler parlare

Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati altri testi, per fare luce sui rapporti tra Serena Mollicone e Marco Mottola. Alcuni non si sono presentati. Per concludere, uno degli imputati, l’ex luogotenente Vincenzo Quatrale, ha annunciato di voler parlare nelle prossime udienze. Quatrale è ritenuto responsabile di concorso morale nell’omicidio di Serena e d’istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi.