Restrizione calorica e digiuno controllato sono alleati delle terapie oncologiche

Almeno una diagnosi di cancro su tre è la conseguenza di un’alimentazione scorretta. Ecco i dati sulla funzione della restrizione calorica

Dieta alimentare, donna che condisce un'insalata

Dieta alimentare, donna che condisce un'insalata

Che un’alimentazione varia ed equilibrata, ricca in vegetali, cereali integrali, leguminose, frutta secca e grassi “buoni”, soprattutto quando associata a un sano stile di vita, abbia un significativo effetto protettivo nel rischio di sviluppare tumori, è ormai noto da anni.

Le conseguenze

Non dobbiamo mai dimenticare che almeno una diagnosi di cancro su tre è la conseguenza di un’alimentazione scorretta, percentuale che aumenta fino a 2 su 3 se includiamo anche il fumo di sigaretta, l’assenza di attività fisica, un eccessivo consumo di alcol ed altre abitudini di vita notoriamente deleterie.

Non deve quindi sorprenderci che studi più recenti mettano in risalto il ruolo della “dieta”, non più solo in un’ottica preventiva, ma come coadiuvante imprescindibile nel trattamento delle patologie tumorali. E’ noto, infatti, che il cibo è un potente modulatore epigenetico (ovvero in grado di regolare l’espressione del nostro DNA), modulando molte risposte cellulari e il sistema immunitario stesso.

Sono sempre più numerose le evidenze che determinati cibi o stili alimentari possono regolare la risposta ormonale e coadiuvare l’effetto di molte terapie antiblastiche, direttamente o indirettamente mediante la modulazione del nostro microbiota intestinale che pare influenzare, dagli ultimi studi, l’efficacia di molte terapie come la radio- o chemioterapia e alcuni tipi di terapie farmacologiche assunte per bocca.

Cos’è la restrizione calorica

La “restrizione calorica”, intesa non solo come riduzione dell’apporto calorico con la dieta ma anche di uno specifico bilanciamento tra proteine, glucidi e grassi, si è dimostrata in grado di attivare diversi meccanismi genetici di riparazione e modulazione del DNA che portano ad un aumento dell’aspettativa di vita, un vero effetto “anti-aging”: vivere meglio e più a lungo.

Partendo da queste osservazioni, gli studi più recenti si stanno indirizzando sull’idea di “affamare” il cancro: mimare il digiuno con uno specifico programma alimentare (ideato dal dott. Valter Longo, La dieta Mima Digiuno) prima di sottoporlo alla chemioterapia sembra in grado di poter rendere le cellule tumorali più vulnerabili ai trattamenti; le cellule normali, infatti, hanno una nota capacità di rispondere al digiuno con l’attivazione di diversi meccanismi molecolari che le proteggono dai danni causati dalle terapie antiblastiche, al contrario la cellula tumorale risulterà più sensibile alla tossicità del farmaco con migliore efficacia della terapia.

Gli studi sono ancora iniziali ma sembrano dimostrare che il digiuno, oltre a proteggere le cellule sane, rende le terapie anti-tumorali molto più tossiche (e quindi efficaci), per diversi tipi di tumore come il melanoma, il cancro al seno, il tumore alla prostata, al polmone, al colon-retto, il neuroblastoma, e in alcuni tipi di leucemie.

L’efficacia del digiuno e della restrizione calorica

Lo dimostra uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, in cui una dieta ipocalorica a base vegetale (dieta “mima-digiuno”) è stata testata per determinare il suo effetto sulla crescita del tumore al seno, in combinazione alla terapia ormonale sia in modelli animali (topi) che nell’uomo. La combinazione della dietoterapia associata alla terapia ormonale sembra aiutare a rallentare la progressione della malattia. I dati raccolti su 36 pazienti in due studi clinici condotti all’Ospedale Policlinico San Martino di Genova e all’Istituto Nazionale Tumori di Milano, rivelano che cicli di questa “dieta” protratti per una media di circa sei mesi riducono specifici fattori di crescita che favoriscono la proliferazione cellulare e la crescita tumorale.

Questa terapia alimentare ha ridotto i livelli di glucosio in circolo, di leptina (ormone che regola la sazietà), di insulina e del fattore di crescita insulino-simile (IGF1). Tutte proteine che favoriscono la proliferazione delle cellule di tumore della mammella. Un risultato davvero incoraggiante che i ricercatori avevano già ottenuto negli esperimenti condotti in modelli animali su topolini con tumore al seno.

La dieta mima digiuno

Anche un altro recente studio clinico realizzato da un gruppo di centri oncologici Olandesi, su 125 pazienti, ha mostrato che la dieta mima digiuno aumentava l’efficacia della chemioterapia contro il cancro alla mammella.

Precisiamo che ad oggi abbiamo ancora dati preliminari che devono essere confermati in studi clinici più ampi e che la dieta “mima-digiuno” non è una cura anti-cancro “fai da te”. I cicli di dieta prevedono protocolli precisi che devono avvenire sotto stretto controllo specialistico. Inoltre il regime alimentare non sostituisce mai le terapie convenzionali ma le può coadiuvare. Va inoltre sempre stabilito un corretto piano alimentare tra un ciclo “mima digiuno” e il successivo, associato ad un programma di leggera attività fisica così da prevenire il rischio di malnutrizione e perdita di massa muscolare, una condizione particolarmente pericolosa e frequente in alcuni tumori, che può minare l’esito delle terapie.


“Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo” – Ippocrate

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