Se la politica dà il peggio di sé, c’è un Italia che ci piace, quella sportiva

Sport in primo piano, dalla Formula 1 al basket, dal volley femminile al tennis. E i big match calcistici regalano spettacolo

Mentre politici e politicanti stanno dando il peggio di sé in un teatrino del (semi)assurdo che si potrebbe liquidare come "poltronificio", c’è un’altra Italia che ci rende tutti, indistintamente, orgogliosi. È l’Italia dello sport – anzi degli sport, perché le recenti soddisfazioni azzurre hanno coperto un arco ampio quasi come quello costituzionale.

A partire dal trionfo della Ferrari nello storico circuito belga di Spa-Francorchamps. Ci ha messo un bel po’, il Cavallino Rampante, in un’annata in cui ha dovuto fare i conti non solo con la bravura degli avversari ma anche con la sfortuna: stavolta, però, ha potuto gioire per il predestinato Charles Leclerc, che è riuscito a tenersi alle spalle il pluricampione del mondo Lewis Hamilton. La ciliegina sulla torta è stata il giro record stampato da Sebastian Vettel, che forse, senza i vistosi problemi di degrado alle gomme, sarebbe addirittura riuscito a regalare alla scuderia di Maranello un’indimenticabile doppietta.

In precedenza vi era stato l’esordio scoppiettante dell’Ital-basket ai Mondiali cinesi, 13 anni dopo l’ultima apparizione iridata in Giappone. A conferma che l’Estremo Oriente porta bene ai nostri cestisti, la sfida contro le Filippine è stata poco più di una formalità, al punto che il 108-62 finale ha rappresentato la vittoria azzurra più ampia in un Campionato del Mondo. Gigi Datome & co. sono ora attesi dalla non irresistibile Angola in un match che potrebbe già garantirci il passaggio del turno, prima dello scontro con la temibilissima Serbia da cui si inizierà a parere la nostra nobilitate.

La speranza è che questo avvio spumeggiante rappresenti un buon viatico anche per un altro debutto, quello della Nazionale di rugby nella rassegna iridata che tra una ventina di giorni si aprirà non troppo lontano dalle location della pallacanestro – in quel del Sol Levante. Il percorso di avvicinamento ha fatto registrare una battuta d’arresto contro la fortissima Francia, dopo il travolgente successo contro la Russia: ma, se bisogna subire delle lezioni anche severe, meglio in un test match che alla Coppa del Mondo vera e propria. Gli Azzurri, capitanati da Sergio Parisse (al quinto Mondiale della carriera), sono subito attesi da due incontri importantissimi contro Namibia e Canada, prima della sfida da dentro o fuori contro il Sudafrica e della chiusura monstre contro i maestri neozelandesi.

Chi invece sta già viaggiando a vele spiegate è la Nazionale di volley femminile, che a Bratislava ha travolto le padrone di casa della Slovacchia agli ottavi degli Europei, pur senza offrire una prestazione brillantissima. In effetti è stato un match complicato per le ragazze di coach Davide Mazzanti, che però sono riuscite a restare più lucide nei momenti chiave, volando così ai quarti di finale dove ad attenderle troveranno la Russia.

Merita poi una menzione Matteo Berrettini, che ha replicato la bella prova di Wimbledon giungendo agli ottavi di finale degli U.S. Open (a 23 anni, è il più giovane tennista italiano di tutti i tempi a spingersi così avanti in due Slam diversi): il suo prossimo avversario sarà il Next Gen russo Andrej Rublëv, uno sfidante da prendere con le molle considerando che, un paio di settimane fa, ha spazzato via King Roger Federer nel Masters 1000 di Cincinnati.

Conclusione obbligata con il nostro sport nazionale, il calcio, nobilitato nell’ultima giornata dai big match dell’Allianz Stadium e dell’Olimpico. Gol e tantissimo spettacolo a Torino, con una Juventus arrembante per un’ora in cui il Napoli, come ha ammesso Carlo Ancelotti, non ha fatto nulla, salvo rimontare in un quarto d’ora uno svantaggio di tre reti per poi capitolare, in piena zona Cesarini (che tra l’altro militava nella Vecchia Signora), per una sfortunata e beffarda autorete di Kalidou Koulibaly.

Meno gol ma ugualmente grandi emozioni e tanta intensità nel derby capitolino, che ha visto andare a segno Kolarov su rigore per la Roma e Luis Alberto per la Lazio, ma nel quale sono stati anche colpiti complessivamente sei legni – quattro dai biancocelesti e due dai giallorossi -, con tanto di rete annullata (sacrosantemente) a Lazzari a un soffio dal triplice fischio.

Ecco, forse i rappresentanti delle nostre istituzioni potrebbero prendere esempio dai nostri atleti. Magari perderebbero qualcosa in termini puramente pratici e materiali. Ma è fuor di dubbio che ne guadagnerebbero in simpatia e rispetto. E allora sì che potremmo finalmente avere un vero Governo di svolta.

Finisce 1-1 il Derby della Capitale con gol di Kolarov e Luis Alberto

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