Spallanzani di Roma: 2 pazienti Covid guariti grazie ad anticorpi monoclonali

All’ospedale Spallanzani un uomo e una donna sono stati curati e guariti con l’utilizzo di anticorpi monoclonali

Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, Roma

Un uomo e una donna guariti grazie alla somministrazione di anticorpi monoclonali. La lunga e tortuosa strada dei vaccini non è la sola percorribile per uscire dalla pandemia da Sars-coV-2.

Gli anticorpi monoclonali sono un percorso molto promettente. Secondo l’azienda Eli Lilly di Latina possono ridurre del 70% il rischio di ospedalizzazione e mortalità da covid-19.

Due pazienti Covid guariti con gli anticorpi monoclonali

All’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma due pazienti affetti dal covid-19, un uomo e una donna, sono stati curati e guariti con l’utilizzo di anticorpi monoclonali. Si tratta in questo caso di utilizzo compassionevole. Infatti questi pazienti mi hanno beneficiato in quanto immunodepressi e molto fragili.

L’Aifa nel frattempo dovrebbe concedere a breve l’autorizzazione per l’utilizzo di questo tipo di cura. Attualmente gli anticorpi monoclonali sono ricavati in laboratorio selezionando gli anticorpi nel plasma dei pazienti guariti. Ci sono tuttavia delle incognite per quanto riguarda la variante inglese quella brasiliana e quella sudafricana.


Il dottor Emanuele Nicastri, direttore del reparto malattie effettive ad alta intensità dell’ospedale ha dichiarato ad AdnKronos: “Gli anticorpi monoclonali hanno dato buoni risultati e si tratta di un’arma in più dobbiamo arrivare ad avere molte capacità terapeutiche e diversi livelli di assistenza: domiciliare, ospedaliera ecc. avere molte opzioni terapeutiche a seconda dei livelli di assistenza”.

Il medico spiega anche che queste guarigioni non possono essere considerate statisticamente, adottate come dati clinici universale in quanto si tratta di persone che hanno importanti deficit di immunoglobuline causati da farmaci chemioterapici o malattie autoimmuni o neurologiche. In ogni caso si tratta di evidenze scientifiche preziose che offrono nuove opportunità terapeutiche.

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